Da alcuni mesi circolano voci su chi potrebbe sostituire Tim Cook alla guida della multinazionale di Cupertino: secondo indiscrezioni, quest’ultimo dovrebbe lasciare Apple nel 2026.L’attuale a.d. di Apple ha 65 anni e da qualche tempo avrebbe cambiato alcune delle sue abitudini (non si alza più alle 4 del mattino tutti i giorni per andare in palestra) e avrebbe anche comprato una lussuosa casa vicino a Palm Springs, in California, non molto lontano da Eddy Cue, dopo anni passati in zona come “semplice” inquilino.
Il sito The Information arriva persino a mettere in discussione la salute di Cook: alcune persone riferiscono di un leggero tremore alle mani che si sarebbe notato ad agosto consegnando un dono a Trump, sottolineando ad ogni modo che non si tratta necessariamente di un segnale allarmante.
Chi potrebbe occupare la poltrona di Cook? The Information delinea possibili successori e sorprende uno dei nomi indicati: Tony Fadell, il “papà” di iPod. Secondo il sito statunitense, vari leader di Apple vedono quest’ultimo come una persona focalizzata sui prodotti, altri invece lo ricordano come una figura polarizzante quando lasciò Apple nel 2010 (scelta che portò alla nascita di Nest, azienda nel 2014 venduta a Google per 3,2 miliardi di dollari).
Il nome che più di altri è circolato nelle ultime settime come possibile futuro CEO di Apple è quello di John Ternus, attuale Senior Vice President of Hardware Engineering di Apple, ma sembra che alcuni nomi ai piani alti di Cupertino non pensano sia pronto a una posizione così impegnativa, ritengono sia troppo avverso al rischio (elemento che avrebbe ritardato il finanziamento di non meglio precisati ambiziosi progetti) e con scarse attitudini su questioni geopolitiche e normative, dubbi che potrebbero comportare ritardi nel previsto annuncio di addio di Cook.

Altro nome “papabile” è quello di Craig Federighi, l’attuale Senior Vice President of Software Engineering di Apple: ha 56 anni, amato per la sua presenza scenica e lo stile nella leadership ma non sarebbe particolarmente interessato al lavoro di CEO e non mancano critiche: anche lui è avverso al rischio, era contrario al Vision Pro e a progetto Apple Car, e inizialmente era scettico anche sull’AI, tecnologia ritenuta sopravvalutata e troppo imprevedibile.
Cook ha in precedenza dichiarato che gradirebbe come futuro CEO una persona interna a Apple. Non è facile indicare il successore perfetto: l’azienda avrebbe bisogno di certo di qualcuno in grado di comprendere scelte hardware, occuparsi di pianificazioni a lungo termine, comprendere le necessità di utenti, sviluppo prodotti e importanza di qualità hardware e software.
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