Gli iPhone vanno un po’ meglio del previsto e sostengono il bilancio Apple. Questo dice il documento inerente i risultati del secondo trimestre fiscale 2025, conclusosi il 29 marzo.
L’azienda ha registrato un fatturato di 95,4 miliardi di dollari, in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e più o meno in linea con le previsioni. Anche l’utile per azione è cresciuto, arrivando a 1,65 dollari, pari a un incremento dell’8% su base annua.
Nel comunicato ufficiale, il CEO Tim Cook ha indicato tra i fattori principali della crescita il buon andamento del comparto Servizi, che ha registrato un aumento a doppia cifra. Cook ha anche menzionato l’arrivo nel trimestre di nuovi prodotti, in particolare iPhone 16e e i più recenti Mac e iPad dotati di chip Apple Silicon.
Andamento per categorie di prodotto
I ricavi da iPhone sono saliti a 46,8 miliardi di dollari, con una crescita contenuta rispetto ai 45,9 miliardi dello stesso trimestre del 2024. In ogni caso si tratta di un risultato che si può considerare discreto visto che ci si attendeva un calo delle vensite.
Il CEO Tim Cook ha poi dichiarato a Reuters che le scorte di iPhone sono rimaste stabili durante il trimestre, e che il modello iPhone 16e — il primo con modem proprietario Apple e un prezzo di partenza di 599 dollari — ha contribuito in modo significativo alle vendite. Secondo Cook, il modello ha prestazioni sufficienti per gestire tutte le funzioni di intelligenza artificiale introdotte da Apple.
Più marcato l’aumento per iPad, che ha raggiunto 6,4 miliardi, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Anche i Mac sono saliti a 7,95 miliardi (+6,7%), grazie all’aggiornamento della linea con Apple Silicon in gran parte aggiornata con i processori M4.
In controtendenza il comparto Wearables, Home e Accessori, che cala del 4,9%, fermandosi a 7,52 miliardi. I Servizi restano la categoria in maggiore espansione, con 26,6 miliardi di dollari, in crescita dell’11,6% rispetto al 2024.

Andamento per aree geografiche
Dal punto di vista geografico, il mercato più rilevante resta quello delle Americhe, dove Apple ha registrato 40,3 miliardi di dollari, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. In crescita anche il Giappone (+16,6%) e il Resto dell’Asia Pacifico (+8,5%).
In Europa, il fatturato è rimasto pressoché stabile, passando da 24,1 a 24,5 miliardi di dollari. La Cina è invece in leggera flessione: i ricavi nel Paese sono scesi da 16,4 a 16 miliardi, comunque leggermente sopra le attese degli analisti.
Il mercato resta però difficile a causa della concorrenza di marchi locali come Huawei e Xiaomi, e del ritardo nell’implementazione delle nuove funzioni AI annunciate da Apple quasi un anno fa. Reuters ha riportato che Apple starebbe lavorando con Alibaba per rendere disponibili tali funzionalità nel Paese, ma non sono state ancora fornite tempistiche precise.
Dividendi in aumento e nuovo piano di riacquisto
Il consiglio di amministrazione ha annunciato un dividendo trimestrale di 0,26 dollari per azione, in pagamento il 15 maggio 2025. L’importo rappresenta un aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il dividendo era di 0,25 dollari.
In parallelo, Apple ha autorizzato un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie fino a un massimo di 100 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra leggermente inferiore rispetto a quella del secondo trimestre 2024, che era stata pari a 110 miliardi.
Reazione dei mercati e scenario geopolitico
Nonostante i risultati sopra le attese degli analisti, le azioni Apple sono scese del 2,4% nelle contrattazioni after-hours. Gli investitori restano infatti cauti a causa dell’incertezza legata ai possibili dazi statunitensi sui prodotti importati dalla Cina, un tema che potrebbe incidere già nel trimestre in corso.
Apple ha confermato l’intenzione di spostare parte della produzione di iPhone destinati al mercato USA in India, ma analisti come Jacob Bourne (Emarketer) evidenziano che questo comporterà interrogativi sulla capacità produttiva, sui tempi di attuazione e sui potenziali costi aggiuntivi. Questi ultimi, secondo le stime, potrebbero ridurre i margini o essere in parte trasferiti ai consumatori.
In un’intervista rilasciata a CNBC, Tim Cook ha sminuito l’impatto dei dazi sul mercato americano sottolineando che oltre la metà degli iPhone venduti negli Stati Uniti proviene già dall’India, mentre la maggior parte degli altri prodotti destinati al mercato americano — tra cui Mac, iPad, Apple Watch e AirPods — è prodotta in Vietnam, dove i dazi sono attualmente più favorevoli rispetto alla Cina.
Cook ha sottolineato anche il crescente contributo della componentistica statunitense nella catena del valore: nel 2025 Apple acquisterà chip per un valore di 19 miliardi di dollari da fornitori con sede negli Stati Uniti. “Con un iPhone, bisogna andare a un livello più profondo e considerare ogni singolo componente e da dove proviene,” ha spiegato Cook, a indicare quanto sia distribuita e complessa la filiera globale dell’azienda.
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