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Spotify prova i tasti Mi Piace e Non Mi Piace per musica e artisti

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Sembra che Spotify stia testando silenziosamente una nuova funzionalità che consente agli ascoltatori di fornire un feedback positivo o negativo sulle selezione di brani inclusi all’interno della playlist in Discover Weekly.

Scoperto dalla redazione di Mashable, Spotify ha iniziato a includere due piccoli simboli nell’angolo in basso a sinistra del client per desktop, con icone raffiguranti un cuore e un lucchetto che, rispettivamente, simboleggiano il Mi Piace, Non Mi Piace da parte dell’utente. I due simboli sono presenti solo quando viene riprodotto un brano in una playlist di Discover Weekly: quando gli utenti passano il mouse sopra il segno del cuore o del lucchetto, una descrizione in sovrimpressione mostra  l’opzione “Mi piace” o “Non mi piace”.

 

client desktop Spotify

Facendo clic su “Mi piace” si aggiunge la traccia alla libreria del listener, mentre facendo clic su “Non mi piace” viene visualizzata una finestra di dialogo che chiede se il feedback negativo appena manifestato riguarda la canzone oppure l’artista. In ogni caso, attraverso il “Non mi Piace”, ci si assicurerà che il brano, o l’artista, non vengano più mostrati nelle playlist in Discover Weekly. Il test potrebbe anticipare di fatto una nuova funzione all’interno di  Discover Weekly, anche se attualmente non è visibile a tutti gli utenti, e non si ha notizia del fatto che possa realmente trovare spazio tra le future funzionalità della piataforma di streaming musicale.

L’introduzione di questa possibile funzionalità, come nota Mashable, accontenterebbe quella fetta di utenti che richiede il pulsante Mi piace/Non mi piace per le playlist da almeno un paio d’anni. Sembra che Spotify, attuale detentore dello scettro quando si parla di base utenti per la musica in streaming, sia sempre al lavoro per migliorare l’offerta. Già  la sezione Discover Weekly è stata accolta con successo da parte degli abbonati.

I numeri della società svedese parlano chiaro: a maggio 2016 erano oltre 40 milioni gli utenti che avevano utilizzato il servizio playlist, trasmettendo poco meno di cinque miliardi di brani in meno di un anno. Nell’agosto scorso, invece, la società ha annunciato che la propria base di utenti paganti, quindi con abbonamento premium, ammonta a circa 60 milioni. Occorre comunque ricordare che nonostante il grande successo di pubblico più di un manager ha sollevato perplessità sul modello di business della musica in streaming, l’ultimo in ordine di tempo è stato Jimmy Jovine di Apple.

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