Sulla maggior parte degli odierni PC sono presenti unità SSD, supporti che hanno sostituito i tradizionali dischi rigidi ma quest’ultimi sono ancora fondamentali per archiviazione in ambienti quali i data center, dove non è tanto importante la velocità ma la grande capacità di archiviazione.
Quando gli hard disk arrivano a fine vita nei data center sono tipicamente distrutti cancellando in modo definitivo i dati contenuti ma spesso i materiali usati per la loro costruzione (inclusi elementi che arrivano da terre rare), finiscono per essere sprecati.
Nel pieno della guerra dei dazi, la Cina ha recentemente annunciato restrizioni sulle terre rare e magneti verso gli USA, e c’è chi sta già muovendo per recuperare in tutti i mdi possibili metalli rari pesanti. Western Digital ha annunciato in collaborazione con Microsoft e aziende del settore riciclaggio materia, un programma di riciclo degli hard disk che dovrebbe permettere di recuperare ossidi di terre rare (REO) contenenti disprosio, neodimio e praseodimio, oltre ad alluminio, acciaio, oro, palladio e rame.
Il recupero di questi materiali avviene negli Stati Uniti e l’iniziativa denominata Advanced Recycling and Rare Earth Material Capture Program avrebbe permesso di recuperare migliaia di hard disk, SSD e a caddy (alloggiamenti per drive) dalle discariche o altri programmi di riciclaggio meno efficaci. WD riferisce di un tasso di recupero superiore del 90% degli REE (Rare Earth Elements) e dell’80% di tutto il materiale triturato.
I drive che sono stati recuperati finora arrivano da data center statunitensi di Microsoft; sono stati prima triturati e poi spediti al partner PedalPoint per la selezione e la lavorazione. Magneti ed elementi metallici sono stati spediti al partner CMR (Critical Materials Recycling) che sfrutta una tecnologia di riciclo priva di acidi (ADR) che permette di estrarre elementi delle terre rare.

L’economia circolare applicata ai dischi rigidi promuove la sostenibilità, riduce la produzione di rifiuti elettronici e favorire il recupero di materiali preziosi dalle unità dismesse. L’adozione di pratiche di produzione sostenibili, che includono l’impiego di materiali a basso impatto ambientale e l’ottimizzazione dei processi produttivi, contribuisce a minimizzare l’impronta ecologica lungo l’intera catena del valore di questi dispositivi.
Negli anni ’80, gli USA erano leader nella produzione di terre rare grazie alla miniera di Mountain Pass, (California). La chiusura del sito nel 2002 ha lasciato spazio al dominio cinese, che oggi produce il 90% dei magneti globali. La miniera statunitense è stata riattivata ma non è in grado di offrire tutto il materiale richiesto da settori come quello informatico e aerospaziale.
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