àˆÂ iniziata la sperimentazione su larga scala di Google Wave

àˆÂ semplice, è innovativo, è già  pronto per la “prima serata”, anche se moltissime cose potrebbero essere cambiate e migliorate. Non tutti lo capiscono, tutti però lo vogliono pur non avendone bisogno. Signore e signori, ecco l’ultima febbre della rete: Google Wave.

Ai primi posti per quanto riguarda gli argomenti più caldi su Twitter e nei forum, sulle chat e nei newsgroup. Si parla ovunque di Google Wave, il sistema di collaborazione per mettere insieme, attraverso la rete, messaggistica sincrona e asincrona, applicazioni collaborative e di team, gestione dei contenuti e poi far partire altre applicazioni, dagli scacchi fino alla chat in video. Se ne parla ovunque e ci si chiede: quale sarà  il futuro di questo straordinario sistema? Funziona veramente? àˆ utile? E soprattutto: come posso avere un invito per partecipare anche io?

Sì, perché con estrema abilità  Google ha giocato di nuovo la carta della scarsità  artificiale: in un mondo di bit in cui replicare un servizio non costa niente (se si ha potenza di server dietro, come Google) la casa di Mountain View ha limitato a 100mila il numero di persone che, direttamente o tramite un piccolo portafoglio di 8 inviti a testa, possono partecipare alla fase di partenza (e quindi di test) del servizio Google Wave, di cui in realtà  si era già  parlato a suo tempo come di una possibile “arma segreta” di Google per sparigliare le carte dell’online ridefinendo le metafore e le modalità  d’uso.

Google Wave è arrivato, adesso, e in molti stanno apprezzando le possibilità  che offre anche se non tutti capiscono fino in fondo di fronte a che cosa si trovano. Lo strumento di collaborazione crea nuove metafore, che per l’informatica sono fondamentali, e al tempo stesso richiede come requisito necessario da parte delle persone una serie di bisogni – non ultimo quello di avere altri soggetti a distanza con cui collaborare a progetti – che non tutti hanno. Ma per chi li ha, dice la rete, Google Wave pare funzionare già  adesso molto bene. Vedremo più avanti quando useremo l’invito arrivato anche al vostro cronista.