Brasile come l’Europa: un giudice federale brasiliano ha stabilito che Apple deve aprire l’ecosistema iOS a terze parti, sulla falsariga di quanto visto nell’Ue dove, al fine di conformarsi al Digital Markets Act (DMA), è stata obbligata a fornire la possibilità di distribuire app iOS da marketplace alternativi e dove oggi sembra prossima a ricevere una salata multa perchè giudicata non in linea con le disposizioni.
In altre parole Apple deve consentire in Brasile il cosiddetto “sideloading“: offrire la possibilità di istallare app da fonti diverse dall’App Store ufficiale. Il giudice ha stabilito che l’impossibilità di scaricare app da store di terze parti è una “limitazione” imposta da Apple agli sviluppatori, una scelta che può mettere a rischio l’accesso di nuovi competitor nel segmento.
Lo scorso mese il CADE, l’autorità garante della concorrenza brasiliana, ha riferito che l’azione legale è legata a un reclamo presentato nel 2022 da MercadoLibre, il gigante dell’e-commerce latinoamericano, che accusa Apple di imporre restrizioni nella distribuzione di beni digitali e per gli acquisti in-app.
MercadoLibre ha avviato un’azione legale nel 2022 in Brasile e Messico, accusando Apple di imporre una serie di restrizioni nella distribuzione di beni digitali e acquisti in-app, inclusa l’impossibilità di distribuire beni digitali mediante store di terze parti e proporre servizi per la distribuzione di musica, videogame, libri e altro ancora, obbligando a usare esclusivamente il sistema di pagamento di Apple per l’acquisto di beni e servizi digitali all’interno delle app, impedendo di passare dai siti web per gli acquisti, una pratica che, secondo MercadoLibre, limita la concorrenza e danneggia sia gli sviluppatori che i consumatori.

Come in altre occasioni, Apple ha spiegato che la pratica del cosiddetto “sideloading” è pericolosa: le app su App Store hanno una sicurezza certificata, mentre le app provenienti da sideload attraverso altre fonti possono essere potenzialmente pericolose e contenere malware che potrebbe compromettere i dispositivi. Secondo Apple non vi sono “giustificazioni legali” per modificare il funzionamento dell’App Store e le sanzioni chieste dal CADE “completamente irragionevoli” e sproporzionate”, qualcosa che “destabilizza un modello di business globale che esiste da almeno 15 anni senza che nessuno abbia mai messo in discussione questioni legate alla concorrenza”.
La decisione del tribunale è l’ultimo di una serie di problemi che Apple si è trovata ad affrontare in Brasile. Nel 2021 la Fundação de Proteção e Defesa do Consumidor (Fundação Procon o Procon-SP), agenzia per la tutela e difesa dei consumatori, ha sanzionato Apple per avere distribuito gli iPhone senza alimentatore di serie.
In Brasile Apple, Google, Microsoft e Amazon sono accusate anche di aver comprato oro estratto in modo illegale da miniere locali, destinato a smartphone, computer, server.
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