Da alcuni mesi si registra una impennata nei prezzi delle memorie DRAM e NAND flash, vendute in grandi quantità ai colossi del mondo IT per le per infrastrutture AI e cloud computing, sottraendo la disponibilità al mercato consumer.
Le ripercussioni si stanno estendendo a tutto l’ecosistema PC, con conseguente crollo nelle vendite di schede madri e produttori costretti ad accantonare (quando le trovano) grandi quantità di memorie RAM, uno scenario “apolitico” per l’intero settore della componentistica consumer.
Secondo TrendForce, Lenovo, primo vendor di computer al mondo, ha iniziato a informare i suoi clienti di un prossimo aumento delle tariffe. Il cambiamento potrebbe entrare in vigore all’inizio del 2026.
Il produttore spiega che le tensioni sulle catene di approvvigionamento fanno salire i prezzi della memoria, elemento che si ripercuote di conseguenza sul prezzo complessivo del dispositivo. Inoltre, la corsa frenetica dei colossi tecnologici per implementare applicazioni di intelligenza artificiale comporta una domanda record per le infrastrutture dedicate (un produttore come Crucial ha deciso di non vendere più memorie al agli utenti consumer in generale ma produrle solo per grandi realtà), riducendo ulteriormente l’offerta disponibile, contribuendo all’aumento dei prezzi.
Anche Dell si trova in una situazione simile. Sempre secondo le fonti di TrendForce, il terzo produttore mondiale di PC al mondo ha avvertito i clienti che i suoi PC potrebbero costare dal 15 al 20% in più, già a partire da metà dicembre. L’indiscrezione è in linea con quanto dichiarato a novembre dal direttore delle operazioni Dell, che a Bloomberg aveva spiegato di non aver “mai visto i costi dei chip di memoria aumentare così rapidamente”,
HP, secondo brand al mondo nel settore PC, prevede da parte sua un secondo semestre 2026 particolarmente difficile, con aumenti da prevedere.
Il quarto produttore al mondo è Apple: per il momento, la multinazionale di Cupertino non ha rilasciato commenti in merito all’aumento dei prezzi della DRAM. Potrebbe essere necessario attendere la prossima pubblicazione dei risultati finanziari, a fine gennaio o inizio febbraio, per conoscere la sua posizione.
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