
Tutto è nato quando un piccolo sviluppatore ha scoperto che un programma denominato Path, una volta lanciato, senza alcun segnale visibile all’utente finale andava a raccogliere tutti le informazioni contenute nella rubrica indirizzi, numeri telefonici inclusi, e li archiviava remotamente. Nonostante l’app (un programma per il social networking) facesse questa operazione per agevolare l’utente, sono sorti immediatamente molto dubbi sul sistema con cui essa veniva svolta; in particolare sul banco degli imputati è finita Apple che se da una parte richiede a tutte le app che accedono al sistema di GPS di segnalare all’utente quel che stanno per fare, dall’altra non si è preoccupata di fare la stessa cosa per l’altrettanto, se non più, delicata componente costituita dalla rubrica indirizzi, anzi Apple stessa mette a disposizione degli sviluppatori strumenti per costruire applicazioni che siano in grado di collezionare i dati della rubrica indirizzi
Pochi giorni dopo la scoperta di quel che Path e poi molte altre app (come Foursquare, Twiter, Yelp) fanno con la rubrica indirizzi, è partita all’indirizzo di Tim Cook una lettera firmata da due deputati del Congresso americano, Henry Waxman (un repubblicano) e G.K. Butterfield (un democratico); il documento si chiedeva che cosa intende Apple per “dati utente” e come l’App Store verifica l’attinenza di un’app alle linee guida in fatto di tutela della privacy. Infine i due politici volevano sapere quante fossero le applicazioni che raccolgono informazioni sugli utenti e perché non è stato istituito un semplice interruttore che spenga l’accesso alla rubrica indirizzi come accade per le informaizoni di localizzazione. La risposta, mettevano in calce Waxman e Butterfield, doveva arrivare entro il 29 febbraio.
Apple, come accennato, non ha però atteso così tanto. «Le applicazioni che raccolgono o tramettono dati dai contatti dell’utente – ha detto oggi All Things D Tom Neumayr, un portavoce Apple – senza un permesso preventivo sono in violazione delle noste linee guida. Stiamo lavorando per migliorare questa situazione e come abbiamo fatto per i servizi GPS, in future release, ogni applicazione che desidera accedere ai contatti dovrà richiedere un esplicito permesso»
Anche se Neumayer non lo dice, è probabile che sarà la prossima versione di iOS (la 5.1) su cui Apple sta lavorando da tempo ad imporre questa stretta. Non è però da escludere che vista la pressione posta sull’argomento da buona parte dell’opinione pubblica americana e internazionale, la Mela non sia costretta a rilasciare in fretta e furia una versione 5.02 per chiudere immediatamente la falla.
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