Una startup denominata Operation Bluebird ha presentato istanza all’Ufficio Brevetti e Marchi statunitene per chiedere di scorporare da X Corp (l’azienda di Elon Musk) il legame con i trademark “Twitter” e “tweet“, nella speranza di rilanciare un nuovo Twitter con il vecchio brand, il logo dell’uccellino e il concetto di piazza globale.
Nel 2023 Musk ha deciso di mandare in pensione il logo di Twitter, e il simbolo dell’uccellino blu, diventati “X” e l’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a un’app tuttofare, sulla falsariga della cinese WeChat, in grado di gestire pagamenti, servizi di e-banking e ampliare le capacità commerciali.
X, come si chiama ora Twitter, ha eliminato da prodotti, marketing e servizi qualsiasi riferimento a “Twitter” e ai “tweet” e non ha intenzione di riprenderne l’uso di questi nomi e Operation Bluebird vorrebbe lanciare un nuovo social network denominato Twitter.new che dovrebbe essere già pronto entro la fine del prossimo anno; è stato già creato un prototipo funzionante e Twitter.new sta invitando utenti a prenotare gli handles (in altre parole un identificativo).

Perché il nome Twitter e non altri?
Michael Peroff, legale dell’Illinois e fondatore di Operation Bluebird, spiega che negli anni passati sono spuntati e hanno preso piedi vari social network stile Twitter, ad esempio Threads, Mastodon e Bluesky, ma nessuno vanta le dimensioni o la riconoscibilità del marchio che aveva Twitter prima dell’acquisizione di Elon Musk. “Possono esserci certamente delle alternative”, riferisce Peroff; “non ne conosco altre in questo momento che farebbero la differenza nel dibattito nazionale, mentre Twitter lo farebbe”.
Stephen Coates, partner commerciale Peroff e legale che in precedente ha lavorato come consulente giuridico per Twitter, riferisce che Operation Bluebird mira a ricreare “parte della magia” che un tempo Twitter aveva. “Ricordo tempo fa di personaggi famosi che avevano reagito ai miei contenuti su Twitter durante il Super Bowl o altri eventi”, racconta Coates al sito Ars Tecnica, spiegando di volere “il ritorno di esperienze come questa”, “quella grande piazza cittadina dove possiamo essere tutti intrecciati”.
La semplice tokenizzazione di un marchio, in altre parole continuare a registrare un marchio impresso dotato di rinomanza non è sufficiente secondo Mark Lemley, professore di legge dell’università di Stanford ed esperto in diritto dei marchi, spiegando che in caso di opposizione X dovrebbe dimostrare che continua a usare il vecchio nome o intende farlo.
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