Raccontare la storia della Apple, significa narrare un grande e appassionante romanzo nel quale si parla di uno sparuto gruppo di entusiasti e folli appassionati che verso la fine degli anni settanta iniziarono con i primi e pioneristici personal computer a creare le basi e rivoluzionare tutta l’industria informatica. Questa serie di articoli fu pubblicata a firma Mauro Notarianni nella sua prima stesura sul n.ro 100 di “M” Macintosh Magazine di Santo Strati qualche anno orsono. Ve la riproponiamo a puntate con l’integrazione di informazioni e link per far conoscere anche ai lettori più giovani ciò che era Apple prima di far conoscere al mondo il suo primo Mac.
Quello che racconteremo (basandoci per lo più sul libro “Fire in The Valley” di Paul Freiberg e Michael Swaine con l’integrazione di racconti ascoltati anche in prima persona dai vari protagonisti nei nostri) la storia di due grandi uomini che, grazie alla testardaggine, alla follia, al genio, alla forza di volontà che spinge a credere in quei sogni apparentemente impossibili, sono riusciti – lavorando per ore e ore in magazzini e cantine – a creare dal nulla una delle più grandi società d’informatica del mondo: la Apple Computer.
Stephen Wozniak: genio allo stato puro

La testardaggine lo portava a rinchiudersi per ore e anche per giorni, finché non trovava la soluzione al problema che gli si presentava. Due anni dopo, nel 1964 Wozniak si iscrisse all’Homestead High School, diventando in brevissimo tempo il primo della classe in matematica, anche se il suo principale campo d’interesse era sempre l’elettronica.
Woz, però, non era un nerd qualsiasi: era un grande burlone, amava infrangere le regole e mettere genialità e determinazione in tutto quello che faceva. I suoi innumerevoli e gustosissimi scherzi sono tuttora leggenda.
Per uno scherzo che piacque poco al preside (Wozniak aveva nascosto un metronomo in un armadietto facendolo sembrare una bomba a orologeria!), “The Woz” fu sospeso per due giorni: a causa di questo incidente, l’insegnante di elettronica (prof. John McCullan) decise di prenderlo sotto la sua “protezione”.

Una delle macchine utilizzate dal giovane Stephen era ilPDP-8 della DEC (si veda la foto a fianco). Wozniak lesse tutto il manuale da cima a fondo, imparando le informazioni sul set di istruzioni della CPU, le prime nozioni di algebra booleana, imparò il concetto di registro, bit, ecc.
Questi argomenti incuriosirono molto Wozniak che inizò così a leggere decine di manuali sui microprocessori sicuro che nel giro di poco tempo avrebbe creato da solo la sua versione di PDP-8 (nella foto sopra). Alla Sylvania Electronics, Wozniak poteva imbattersi in diversi tipi di microcomputer: ogni volta ne studiava la metodologia di realizzazione e subito modellava dei computer, immaginando in che modo li avrebbe potuti progettare lui.
Il periodo nel quale Wozniak frequentava la Sylvania Electronics, erano gli anni in cui venivano utilizzati i primi semiconduttori, tecnologia che stava permettendo pian piano di costruire calcolatori sempre più piccoli. Uno dei minicomputer del quale Wozniak era affascinato era il Nova della Data General (prodotto nel 1969 – qui sotto vediamo il modello compatto 1200 commercializzato nel 1970/71 e diretto ispiratore dell’Altair).
Woz era letteralmente affascinato dalla scheda madre e dal modo con il quale i programmatori erano riusciti a racchiudere tutta quella potenza utilizzando un limitato set di istruzioni. Mentre tutti i suoi amici tappezzavano la stanza con poster di rockstar e attrici famose, Woz rivestiva il muro con foto e depliant del computer della Data General. Wozniak sperava che anche lui un giorno avrebbe potuto possedere un computer tutto suo: nel 1969 nessuno poteva permettersi di comprare un computer; un minicomputer come quello della Data General aveva un prezzo così alto che solo avanzati laboratori di ricerca potevano permetterseli. Ciò, però, non impedì a Wozniak di continuare a sognare…
Stephen Wozniak non era l’unico studente di Silicon Valley a essere affascinato dall’elettronica e dal mondo dei computer in particolare: i genitori di moltissimi studenti lavoravano nelle locali industrie elettroniche ed era perciò normale vedere i propri padri armeggiare con tester, oscilloscopi e saldatori. Anche all’Homestead High School, gli insegnanti incoraggiavano gli studenti a lavorare con l’elettronica e la tecnologia. Nel 1970, dopo il suo primo anno di Università nel Colorado, tornò a casa e frequentò un collage locale e l’anno dopo, nell’estate del 1971, trovò un posto di lavoro in una piccola società di computer nella quale restò fino all’autunno. L’estate successiva, Wozniak insieme con un suo compagno di studi Bill Fernandez, riuscì a costruire il suo primo computer, sfruttando pezzi scartati dalle società locali per imperfezioni estetiche. Wozniak e Fernandez restavano in piedi fino a tardi catalogando i vari pezzi e dopo circa una settimana, Woz si presenta a casa di Fernandez con un diagramma disegnato a matita: “Un vero computer”.
Wozniak e Fernandez lavorarono fino a notte fonda, saldando e dissaldando connessioni e bevendo cream soda: alla fine ne uscì fuori un computer (detto Cream Soda Computer) con svariati interruttori e spie luminose, le stesse che avrebbe avuto tre anni più tardi l’Altair (il “nonno” di tutti i personal computer). Wozniak e Fernandez chiamarono immediatamente un giornale locale per diffondere la notizia della loro impresa: si presentarono un giornalista ed un fotografo, sentendo di avere a che fare con una possibile storia di ragazziprodigio. Purtroppo, quando i due accessero il computer e iniziarono a digitare un programma, il Cream Soda Computer andò letteralmente in fumo impedendo, almeno per il momento, a Wozniak e Fernandez di diventare famosi… Wozniak non si perse d’animo, anzi ci rise sopra e cominciò a studiare quali potevano essere le soluzioni a quanto era accaduto…
Arriva Steve Jobs

Erano entrambi affascinati dall’elettronica e avevano in comune anche una certa profondità dei sentimenti, per quanto avevano un modo differente di esternarla: Wozniak aveva la costante buona volontà e capacità di scavare fino in fondo qualsiasi problema di tipo intellettuale. Jobs non aveva la volontà di Wozniak ma era terribilmente ambizioso. Jobs era un tipo piuttosto serio, anche se confessò che era stato una peste negli anni precedenti. A detta dello stesso Jobs, sarebbe finito sicuramente in galera se non fosse stato per un insegnante, la signora Hill, che fece di tutto per farlo separare da un indisciplinato compagno di classe.

Spesso per sbarcare il lunario, comprava apparecchi stereo rotti, li aggiustava e li rivendeva guadagnandoci qualcosa. A detta di Wozniak quello che consolidava la loro amicizia non era l’elettronica ma… gli scherzi!
Woz scoprì ben presto che anche Jobs amava gli scherzi e fu questa loro tendenza comune che li portò ben presto verso la prima impresa commerciale….












