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Corte Suprema USA: «Serve un mandato per ottenere i dati sulla localizzazione degli utenti»

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il governo deve ottenere un mandato dal tribunale per seguire gli spostamenti effettuati da un sospettato usando il suo telefono cellulare.

La decisione – spiega il New York Times – avrà probabilmente ripercussioni per varie questioni relative alla privacy digitale ed è in una disfatta per il dipartimento di Giustizia, che ha sempre sostenuto che il diritto alla privacy è più labile quando si tratta di ottenere informazioni che una persona condivide volontariamente con altri.

Roberts Jr., presidente della Corte Suprema, nel commento a nome della maggioranza, riferisce: “Ci sono 396 milioni di utenze telefoniche negli Stati Uniti per 326 milioni di persone […] Un telefono segue ovunque il suo proprietario, offrendo alla compagnia telefonica non solo i dati sulle telefonate, ma anche un registro dettagliato dei movimenti di una persona”. Dati preziosi che, ha stabilito la Corte, non possono essere messi a disposizione della polizia senza l’autorizzazione di un giudice.

Stingrays

Il massimo tribunale è stato chiamato ad esprimesi sulla questione da Timothy Ivory Carpenter, un uomo condannato per una serie di rapine. Gli agenti dell’FBI avevano usato i dati sulla localizzazione del suo telefono per dimostare che l’uomo si trovava nei pressi dei vari negozi rapinati. Gli avvocati dell’uomo hanno sostenuto che l’FBI non aveva ricevuto il mandato per avere accesso questi dati e le prove, di conseguenza, dovrebbero essere nulle. Le compagnie telefoniche hanno fornito agli agenti i dati relativi a 127 giorni durante i quali l’uomo è stato localizzato in migliaia di luoghi, elementi che hanno consentito alle forze dell’ordine di seguire l’uomo passo dopo passo, giorno dopo giorno.

Il giudice Roberts ha evidenziato che la sentenza è relativa soltanto alle informazioni sulle celle telefoniche, che potranno essere sempre e comunque accessibili senza mandato in caso di emergenze o in casi nei quali è in pericolo la sicurezza nazionale.

Ad agosto dello scorso anno Google, Apple, Microsoft, Facebook, Twitter ed altre aziende hanno chiesto una maggiore protezione per la privacy, appellandosi per gli smartphone al quarto emendamento. Queste aziende si sono rivolte alla Corte Suprema per chiedere limitazioni sulle modalità con le quali le varie forze dell’ordine possono entrare in possesso dei dati relativi ad un cellulare sospetto, contestando la possibilità di accedere alle varie informazioni sensibili, posizione geografica inclusa.

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