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L’aumento del prezzo di Xbox pesa sul futuro di Apple

I dazi cominciano a mordere: Microsoft aumenta i prezzi di Xbox e la cosa preoccupante è che il fenomeno coinvolge tutto il mondo e non solo gli USA, dove le tariffe sono state applicate.

A partire da quest’estate, il prezzo della Xbox Series X negli Stati Uniti salirà ufficialmente da 499,99 a 549,99 dollari. Il rincaro colpisce anche la versione potenziata della Series S, cioè il modello da 1 TB in versione Carbon Black, che passa da 349,99 a 379,99 dollari.

Unico prodotto che si salva (per ora) è la Xbox Series S da 512 GB, che resta a 299,99 dollari, segno che Microsoft vuole ancora mantenere un’opzione d’ingresso più abbordabile per chi entra per la prima volta nel mondo Xbox.

A partire da agosto, però, aumentano anche i prezzi di Xbox nel nostro Paese:

  • Xbox Series X: da 549,99 a 599,99 euro
  • Xbox Series S (512 GB): da 299,99 a 319,99 euro
  • Xbox Series S (1 TB): da 349,99 a 379,99 euro

Perché l’aumento?

In una nota rilasciata a IGN, Microsoft ha spiegato di aver preso questa decisione “tenendo in attenta considerazione le condizioni di mercato e l’aumento dei costi di sviluppo”, riconoscendo al tempo stesso che “questi cambiamenti sono impegnativi” per i consumatori.

Questa situazione ricorda da vicino quanto accaduto solo pochi mesi fa con PlayStation. Anche Sony aveva annunciato un aumento dei prezzi della sua PS5, proprio a causa dell’inasprimento dei dazi sulle componenti elettroniche provenienti dalla Cina.

Sia Sony che Microsoft hanno evitato di fare un riferimento diretto ai dazi (tema delicato dal punto di vista politico e delle relazioni internazionali, come dimostra anche il recente caso Amazon), ma ci sono pochi dubbi: gli aumenti sono legati ai dazi americani.

Che cosa significa per il mondo Apple?

Ma se parliamo di dazi americani, perché un aumento su scala globale? Come giustamente sottolinea Multiplayer.it, il problema è legato alla strategia del cross-subsidizing: il prezzo viene aumentato ovunque per evitare un rincaro ancora più forte solo negli USA.

Di questo abbiamo parlato già nei primi giorni in cui si è tornati a discutere di dazi, spiegando come un aumento di costi in un mercato possa essere attenuato distribuendolo – anche solo in parte – su tutti i mercati globali.

Al momento non ci sono segnali che un incremento dei costi di importazione negli Stati Uniti verrà compensato da Apple con aumenti globali su iPhone, iPad o Mac. Ma le recenti mosse di Microsoft e Sony sono un segnale che non lascia tranquilli.

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