Caricatori multipli in grado di ricaricare diversi dispositivi sono ormai la norma, due, tre, quattro e anche cinque porte, spesso offerti a prezzi bassi.
Trovare quello universale con le caratteristiche giuste per avere la migliori prestazioni per gestire un MacBook Pro, un iPhone o un iPad, non è sempre semplice. Questo però è quello che promette di fare il nuovo Anker Charger 140W A2697, una versione aggiornata di un precedente modello che arrivava a solo 65W.
Si tratta di un modello a quattro porte con supporto USB PD 3.1, tecnologia GaN Prime e che come oggi accade spesso in caricabatterie con qualche ambizione, ha anche un display OLED intergrato.
L’A2697 misura 69 × 69 × 36 mm e pesa circa 287 grammi, valori contenuti per un caricatore da 140W con quattro porte. La tecnologia GaN Prime permette di ridurre ingombri e temperature, mentre la finitura opaca e la compattezza generale trasmettono un’impressione di qualità.
La spina ripiegabile dà un tocco di praticità per chi viaggia, mentre le porte orientate verso il basso derivano dalla scelta di inserire un display a colori sul retro ma nello stesso tempo, avendo una presa orientata concordemente, contribuiscono a ridurre il disordine dei cavi che scenderanno verso il basso.

Il display
A proposito dello schermo, non è una novità assoluta. Oggi ci sono molti caricabatterie con un Display Oled, ma in gran parte hanno finalità estetiche. Quello del caricabatterie Anker è invece uno strumento anche utile per capire in tempo reale come il caricabatterie stia lavorando.
Le informazioni mostrate includono la potenza totale erogata, la potenza assegnata a ciascuna singola porta, lo stato termico e le ore complessive di attività, offrendo una visione chiara e immediata del comportamento del dispositivo sotto carico.
Il pulsante touch consente di scorrere tra le diverse schermate, mentre una pressione prolungata permette di ruotare l’orientamento del display, adattandolo alla posizione della presa a muro, permettendo la miglior visualizzazione possibile in differenti posizioni di connessione della spina.
La possibilità di osservare in tempo reale come viene distribuita la potenza tra i vari dispositivi è utile quando si ricaricano più prodotti contemporaneamente: consente di capire subito se un dispositivo sta ricevendo tutta l’energia richiesta e quanto la potenza viene ridotta a causa della presenza di altri carichi.
Anche l’indicazione termica ha la sua utilità: rende visibile quando il caricatore opera in condizioni normali o quando entra in modalità di raffreddamento riducendo quindi la potenza erogata.
La distribuzione delle porte e la potenza
L’Anker Charger 140W A2697, come detto, dispone di quattro porte: due USB-C da 140W, una USB-C da 40W e una USB-A da 33W. Le due porte USB-C principali supportano USB Power Delivery 3.1 e sono in grado, ciascuna singolarmente, di alimentare sanche un MacBook Pro da 16 pollici. La terza USB-C, con i suoi 40W, è sufficiente per ricaricare un MacBook Air oppure tablet e smartphone.
La porta USB-A da 33W, almeno nel mondo Apple, resta invece marginale: raggiunge questa potenza solo sfruttando standard come Quick Charge, Super Charge o UFCS, presenti solo su alcuni dispositivi Android. Con iPhone e iPad attraverso questa porta la ricarica resterebbe più lenta, ma la USB-A conserva comunque una sua utilità pratica per accessori a basso consumo, come cuffie, smartwatch o piccoli powerbank.
Resta infine l’assenza della tensione 12V, una mancanza che incide solo in contesti molto specifici, come la ricarica di alcuni droni DJI o strumenti professionali dedicati, e che non ha impatto reale sull’uso con dispositivi Apple.

Per struttura e distribiuzione dell’energia, è possibile collegare due notebook contemporaneamente alle due porte da 140W. In questo scenario la potenza totale viene ripartita dinamicamente: nella pratica si può immaginare una configurazione credibile in cui un MacBook Pro riceve una potenza prossima ai 65–70W per una ricarica lenta, mentre un MacBook Air o un portatile simile si avvicina comunque alla sua richiesta massima. Utilizzando tutte le porte, l’A2697 riesce quindi a sostenere un ecosistema Apple completo a patto che non ci sia collegato contemporaneamente un MacBook Pro 16″.
| Porta | Tipo | Potenza massima | Standard supportati |
|---|---|---|---|
| USB-C 1 | USB-C | 140W | USB PD 3.1 (5V/3A, 9V/3A, 15V/3A, 20V/5A, 28V/5A) |
| USB-C 2 | USB-C | 140W | USB PD 3.1 (5V/3A, 9V/3A, 15V/3A, 20V/5A, 28V/5A) |
| USB-C 3 | USB-C | 40W | USB PD (5V/3A, 9V/3A, 15V/2,66A, 20V/2A) |
| USB-A | USB-A | 33W | Quick Charge, Super Charge, UFCS |
Prestazioni reali
Nel corso delle prove pratiche abbiamo effettuato un test multi-dispositivo particolarmente indicativo, collegando contemporaneamente un vecchio MacBook Pro con richiesta massima di circa 90W, un iPad Air M1 (circa 25W) e un iPhone 17 Pro che, in condizioni ideali, può arrivare fino a 37W. Sulla carta si tratta di una richiesta complessiva superiore ai 140W nominali dichiarati.
In questo scenario il caricabatterie ha erogato complessivamente appena sotto i 130 W, un valore inferiore al totale teorico ma coerente con una logica conservativa di ingegnerizzazione. È evidente come l’A2697 privilegi la tutela dei circuiti interni e il controllo termico rispetto alla rincorsa del dato di targa, evitando picchi prolungati che potrebbero portare a surriscaldamento o stress eccessivo dei componenti.
Questo comportamento si inserisce nel quadro emerso dai test a carico continuo: in condizioni di pieno carico l’A2697 mantiene la massima potenza per circa 30 minuti, per poi entrare in Cooling Mode riducendo le prestazioni intorno ai 100W. Anche qui siamo di fronte ad un approccio prudente, tipico dei caricabatterie compatti e, che nella maggior parte degli scenari reali, non rappresenta un limite concreto.
Quando si ricarica infatti un solo dispositivo ad alta potenza — come un MacBook Pro da 16 pollici — dopo la prima mezz’ora la richiesta energetica del notebook scende già di per sè automaticamente sotto i 140W. In altre parole, la riduzione dell’erogazione non incide sulla velocità di ricarica reale, perché è il dispositivo stesso a non richiedere più la massima potenza.

Il discorso cambia in situazioni più impegnative, quando si combina la ricarica di due laptop ad alta assorbenza aggiungendo magari quella di altri dispositivi come smartphone, tablet o accessori sulle porte secondarie.
In questi casi la potenza disponibile sulla porta principale è già ripartita e se interviene anche il throttling termico, il margine residuo può ridursi a livelli meno favorevoli. Si tratta però di una condizione limite, che emerge solo in configurazioni multi-dispositivo particolarmente affllate.
Conclusioni
L’Anker Charger 140W A2697è un caricatore moderno, compatto e ricco di funzioni. Il display integrato è un piccolo ma utile valore aggiunto, le due porte principali fino a 140W ampliano concretamente gli scenari d’uso e la portabilità lo rende ideale per chi si muove spesso.
I suoi limiti — specificatamente la riduzione della potenza dopo mezz’ora — emergono solo in situazioni specifiche. In particolare potrebbe non essere il caricabatterie ideale per chi ha un MacBook Pro da 16″ che richiede 140W. In situazioni come queste è certamente in grado di offrire una potenza molto vicina alla massima necessaria ma collegare altri accessori contemporaneamente, riduce il carico massimo e quindi le prestazioni.

Per tutti gli altri scenari di utilizzo, da chi ha anche due MacBook Air, iPhone, iPad, macchine che non hanno la richiesta di potenza di un MacBook Pro “flagship”, è un prodotto eccellente, perfetto per la casa e per il viaggio. I processi di tutela dei circuiti non compromettono l’esperienza d’uso quotidiana, le dimensioni sono molto ben gestibili e la qualità di assemblaggio di fascia molto alta.
Il prezzo ufficiale è di 90€ ma è spesso lo si compra a cifre molto più basse con un costo molto competitivo anche con prodotti di qualità inferiore



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