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Lenovo vuol acquistare i portatili Vaio da Sony?

Sony e Lenovo discutono di una possibile joint venture riguardante i PC Vaio? Il rumor è circolato in vari ambienti, Sony nega e ha dichiarato che le voci sono “inaccurate” spiegando che sta valutando varie ipotesi per la divisione computing ma la vendita a Lenovo non è tra queste.

In realtà la cessione del brand Vaio sembra avere un senso compiuto. Il marchio è uno dei più solidi e apprezzati del mercato nel mondo dei portatili, anche se le vendite di queste macchine che hanno specifiche elevate, un orientamento multimediale, design ricercato, non sono state sufficienti a contrastare la concorrenza e a ridurre le perdite in un contesto difficile. Anche il business enterprise, un altro target di Sony, sembra in questo momento preferire altre strade, dai computer Thinkpad (prodotti proprio da Lenovo) alla migrazione verso i tablet.

L’acquisto del brand Vaio potrebbe servire a Lenovo per aggredire il mercato di fascia alta del mercato consumer dei portatili, quello che punta a funzioni, prestazioni e stile, lo stesso, insomma, cui guarda Apple, una delle poche aziende che riesce a resistere ai forti venti contrari che spingono al ribasso le vendite dei PC. L’azienda cinese, con una perfetta conoscenza del mercato cinese e asiatico, tra i pochi che ancora oggi sono in grado di far segnare cifre percentuali con il segno più davanti quanto si tratta di raffronti con i trimestri e gli anni precedenti, potrebbe far fruttare molto più di Sony, la gamma Vaio.

La società giapponese presenterà i risultati finanziari la prossima settimana, ma ha già avvisato che i conti concernenti la sezione business PC saranno in rosso, per colpa di un mercato nel quale un po’ tutti hanno visto crollare le vendite in modo verticale.  Un brutto colpo all’immagine dell’azienda è stato assestato la scorsa settimana da Moody’s che ha declassato il rating di Sony a “junk” (livelli comunemente indicati come “spazzatura”) evidenziando le complesse sfide che aspettano l’azienda nel settore della TV e nel business PC. Liberandosi del business dei computer portatili, l’azienda di Tokyo potrebbe liberarsi dei costi di ricerca, sviluppo e marketing concentrarsi su settori che sono sulla carta più promettenti, come quello dei tablet, della telefonia e del tradizionale giardino di casa: Hi-Fi, Home Video, mondo digitale.

Lenovo invece è in ottima salute e anche se l’80% delle sue entrate deriva dai personal computer tradizionali sta in modo aggressivo diversificando il suo mercato verso settori più promettenti: ha comprato la divisione server di IBM per guadagnare visibilità e credibilità in questo mercato e annunciato l’acquisizione di Motorola Mobility da Google: un modo evidente per sfidare Samsung e Apple nel settore degli smartphone, anche se la notizia ha provocato i malumori degli investitori portando un calo del valore del titolo azionario alla borsa di Shanghai. Il timore è che per rilanciare il marchio del grande produttore di telefonia o, in alternativa, sfruttarne il patrimonio tecnologico per acquistare uno spazio rilevante nel settore degli smarphone, Lenovo debba investire un’enorme quantità di risorse, che significa anche un’enorme quantità di denaro.

Lenovo

 

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