A pochi giorni dall’articolo-indagine del New York Times sulle strategie fiscali di Apple, Georges Schmit, Executive Director del Luxemburg Trade and Investment Office risponde con una lettera illustrando come e perché Apple e iTunes SARL Luxemburg non violano e nemmeno raggirano la normativa fiscale dell’Unione Europea, tesi che invece viene sostenuta nell’articolo del quotidiano USA che ha suscitato una nuova accesa polemica. Riportiamo qui di seguito i tre punti illustrati da Schmit:
Primo il buon funzionamento del mercato interno dell’EU che permette l’e-commerce internazionale da una sola postazione a tutti gli altri 26 mercati nazionali; secondo la tassa applicata è quella minima stabilita dalla legge, compresa tra il 15 e il 25% per le imposte sui consumi, così iTunes Sarl raccoglie 15 centesimi di euro per ogni euro speso su iTunes dagli utenti che vivono nella Comunità Europea. Terzo e ultimo punto: iTunes in Lussemburgo semplicemente applica la normativa fiscale prevalente in Europa in un mercato unico ben funzionante basato su Internet.
La spiegazione di Schmit sembra così dimostrare che Apple e iTunes SARL operino l’ingente business iTunes, App Store incluso, nel pieno rispetto delle normative fiscali vigenti. Per il suo grande successo e la popolarità dei suoi prodotti Apple è sempre più sotto le luci dei riflettori di media e dell’opinione pubblica mondiali. La spiegazione di Schmit illustra come Apple, così come qualsiasi altra società interessata a gestire un business e-commerce in Europa possa trarre vantaggio da una gestione unificata localizzata in Lussemburgo. Quello di iTunes SARL Luxemburg è solo uno dei punti trattati nell’articolo del New York Times sulle strategie fiscali di Apple: risulterà decisamente più complesso addentrarsi nei meccanismi e negli spostamenti di denaro internazionali impiegati da Apple e anche da numerose altre multinazionali, così come descritto nello schema visibile in questo articolo e che inseriamo in calce in questo articolo.
