Intel ha già abbandonato Compute Card, il progetto che – nella visione del produttore di CPU, puntava a creare un sistema di computer modulari, permettendo agli utenti di aggiornare sistemi di pagamento nei punti vendita, desktop all-in-one, laptop e altri dispositivi ancora. L’idea era quella di un computer con ingombri simili alle carte di credito, minuscolo e semplice da sostituire in caso si necessità. Quando necessario, una nuova card avrebbe messo a disposizione una nuova CPU, memoria aggiuntiva, storage supplementare.
Un portavoce di Intel ha spiegato «Continuiamo a credere che il modular computing sia un mercato nel quale possono esserci varie opportunità». «In ogni caso, cerchiamo il modo migliore di affrontare questa opportunità, e abbiamo deciso di andare avanti e non sviluppare le Compute Card». «Continueremo a vendere e offrire supporto per le attuali Compute Card fino al 2019 assicurando supporto per le necessità dei clienti con le attuali soluzioni e siamo loro grati per la cooperazione su questo cambiamento”.

“I produttori di dispositivi”, spiegava Intel, “devono semplicemente prevedere uno slot standard per Compute Card nel proprio prodotto, e poi scegliere la soluzione più idonea alle loro esigenze di prestazione e prezzo. In questo modo si riducono i tempi e le risorse necessari per progettare e validare gli elementi di elaborazione e si accelera l’innovazione, introducendo l’intelligenza in una gamma sempre più ampia di dispositivi”. Purtroppo una lunga serie di promesse che rimarranno tali a causa dell’abbandono del progetto.
Tra i partner con i quali Intel aveva collaborato per i Compute Card troviamo alcuni dei principali costruttori di PC Windows tra cui Dell, HP, Lenovo e Sharp.
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