Una decisione che era attesa da tempo, chi la usava a quanto pare non si sarebbe trovato bene a causa delle numerose falle
La notizia era nell’aria e finalmente è arrivata la conferma che la famosa intelligenza artificiale chiuderà. È una di quelle più utilizzate dagli utenti ma, a causa degli innumerevoli errori, ha resto l’esperienza finale poco gradevole, spingendo molte persone a smettere di utilizzarla.
Proprio per questo l’azienda che n’è proprietaria ha deciso di chiudere, un sistema di Intelligenza Artificiale con tutte queste falle non è di certo una buona pubblicità in un’epoca in cui l’AI è diventata praticamente il pilastro di innumerevoli tools.
Google chiude Gemma, cosa è accaduto e cosa cambia adesso
È noto come Google stia investendo nell’implementazione dei suoi strumenti basati sull’intelligenza artificiale, l’azienda di Mountain View ne offre moltissimi ai suoi utenti, ma adesso è stata costretta a chiudere uno dei suoi tool a causa dei troppi errori che generava.
Oltre al chatbot Gemini, Google ha ampliato la sua suite con tantissimi strumenti e tra questi ce n’è uno che a quanto pare è stato piuttosto fallimentare. Si tratta di Gemma, strumento di intelligenza artificiale che è stato progettato in un primo momento per gli sviluppatori, poi esteso a tutti gli utenti. Lanciato l’anno scorso, già nei primi mesi ha iniziato a dare troppi problemi, generando una serie di allucinazioni che hanno scatenato l’ira degli utenti.

Questo è accaduto perché Gemma non è stato progettato per avere anche la funzione fact-checking, fondamentale quando si parla di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, in questo modo ha diffuso una serie di informazioni false che hanno generato il caos. Addirittura c’è stato anche un caso di diffamazione segnalato dalla senatrice statunitense Marsha Blackburn, su cui sono circolate informazioni false e offensive. Dopo la segnalazione della politica, il CEO di Google Sundar Pichai ha deciso di chiudere Gemma.
Decisione quasi obbligata per evitare ulteriori diffamazioni. Adesso il sistema basato sull’intelligenza artificiale di Google tornerà a essere rivolto solo agli sviluppatori, che la utilizzeranno tramite API. In seguito a quanto accaduto è probabile che l’azienda di Mountain View decida di estendere il controllo a tutti gli altri strumenti basati sull’AI, nello specifico a quelli che sono ancora in fase di test. L’obiettivo Big G, come del resto delle tante altre aziende che stanno iniziando a sfruttare l’intelligenza artificiale, è far sì che l’esperienza dell’utente sia ottimale e per riuscirci è necessario che i vari tools funzionino alla perfezione.
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