L’aggiornamento di cui si parla da tempo per Vision Pro sta finalmente per arrivare. Entro la fine del 2025, Apple lancerà una revisione dell’attuale versione affrontando tre nodi principali: le prestazioni del visore, la sua ergonomia e lo smaltimento delle componenti rimaste nei magazzini a causa del modesto successo del modello originale che ha deluso molta gente.
Come sarà questo nuovo modello lo racconta, come spesso accade, Mark Gurman su Bloomberg. Da quanto riporta il giornalista americano, è chiaro che il nuovo Vision Pro non sarà un salto generazionale, ma un’evoluzione: più comodo, più veloce, più adatto a chi vuole utilizzarlo seriamente, ma costruito quasi interamente sulle basi del dispositivo attuale.
All’interno troveremo un chip M4, lo stesso alla base degli ultimi iPad Pro e MacBook. Un salto importante rispetto al “vecchio” M2 della prima versione.
Apple starebbe inoltre lavorando anche una fascia per la testa ridisegnata, pensata per ridurre l’affaticamento al collo e alla testa, tra le lamentele più ricorrenti da parte degli utenti che hanno provato il visore per sessioni prolungate.
Altro dettaglio rilevante sarà il potenziamento del Neural Engine, il motore dedicato alle funzioni di intelligenza artificiale, componente fondamentale per tutto ciò che riguarda la gestione in tempo reale di ambienti virtuali, oggetti 3D e interazioni tramite sguardo e gesti.
Ma non si tratta solo di miglioramenti funzionali. Apple, di fatto, userà questo aggiornamento anche per liberarsi dell’enorme quantità di componenti già prodotte: chassis, schermi, cavi, batterie, processori. Tutto materiale che giace nei magazzini da mesi, complice l’andamento fiacco delle vendite del primo modello.
Il Vision Pro rimarrà dunque costoso, ingombrante e ancora lontano dal pubblico generalista. Ma questa versione 2025 serve più che altro a mantenere il progetto in vita, in attesa di un cambio di passo più deciso previsto per il 2027.
Il progetto per il 2027 punta su leggerezza e accessibilità
Apple nella sua tabella di marcia ha in mente un modello completamente riprogettato, nome in codice N100, che dovrebbe arrivare nel 2027 con un peso significativamente ridotto. Il design definitivo sarà completato nel corso del 2026, con l’obiettivo di colmare il divario rispetto ai concorrenti come Meta e Samsung, che già oggi propongono esperienze simili ma in formati più compatti e accessibili.
In fondo, la realtà mista proposta oggi da Apple appare più come una soluzione di transizione che un traguardo. Il concetto di indossare un visore voluminoso per sovrapporre contenuti digitali al mondo reale resta poco naturale per la maggior parte degli utenti. E il prezzo, ovviamente, non aiuta.
Ritardi sull’AI e rincorsa al mercato
L’obiettivo di lungo periodo, condiviso da tutto il settore, è arrivare a veri occhiali AR: leggeri, trasparenti, capaci di mostrare dati e immagini direttamente sul campo visivo, senza passare da telecamere o visori chiusi. Un’impresa tutt’altro che semplice, ma vista come la direzione inevitabile dell’informatica personale.
Apple si trova però nel mezzo di una fase complessa. L’intelligenza artificiale, elemento indispensabile per rendere possibile questa visione, rappresenta oggi il vero tallone d’Achille dell’azienda. Il ritardo nello sviluppo interno delle soluzioni AI, la fuga di figure chiave e una struttura organizzativa in profonda ristrutturazione stanno rallentando i progetti. Nel frattempo, Meta ha preso un vantaggio importante.













