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Per il Ceo di Qualcomm i problemi con Apple sono in fase di risoluzione

I problemi che finora hanno costretto ai ferri corti Apple e Qualcomm sono in fase di risoluzione. È quanto affermato da Steve Mollenkopf, CEO di Qualcomm, durante una intervista.

L’amministratore delegato di Qualcomm ha detto che la situazione è ascrivibile «Con l’ultimo tempo della partita e non con il primo». E ancora «Ne abbiamo sempre parlato e – sono sempre stato fermamente convinto – che entro la seconda metà di quest’anno e l’inizio del prossimo anno – saremo a un passo dal trovare una soluzione, e non vogliamo niente di diverso da questo».

Mollenkopf ha lasciato intendere che a Qualcomm piacerebbe lavorare con Apple su tecnologie come il 5G. Gli ultimi dispositivi di Apple, lo ricordiamo, non integrano nessun chip-model di Qualcomm e le affermazioni del CEO, rilasciate durante una intervista concessa a CNBC, sembrano in contrasto con le indiscrezioni che riferivano di legali della Mela pronti a scaldare i muscoli per battagliare in tribunale.

Le due aziende sono da tempo ai ferri corti su questioni concernenti licenze, royalty, brevetti su tecnologie cellulari chiave, pratiche commerciali scorrette e altri aspetti controversi con azioni che vedono i legali delle due aziende impegnati in tribunali, con gli organismi di regolamentazione governativi che in varie parti del mondo si occupano della concorrenza.
Qualcomm 8150, in un test in rete è più veloce di Apple A12 BionicLa vicenda da cui tutto deriva è nota: una causa da 1 miliardo di dollari basata sul fatto che Cupertino accusa il produttore di chip-modem di avere imposto prezzi irragionevolmente elevati e fuori mercato per sfruttare alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica. Apple da una parte, sostengono i legali della Mela, pagava Qualcomm per le componenti e i brevetti, e a sua volta Qualcomm pretendeva gli stessi pagamenti dai partner che forniscono ad Apple componenti.

Pochi giorni addietro è emerso che Qualcomm avrebbe nei mesi passati provato a screditare Apple con campagne giornalistiche negative; per farlo avrebbe ingaggiato la stessa società di “squali” impiegata da Facebook per prendere di mira sia Apple che Google.

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