Apple potrebbe essere in grado di migliorare la qualità nei software di video editing interpretando un insieme di valori acquisiti da alcuni sensori presenti nei dispositivi video, inclusi sistemi per la lettura della temperatura e dati concernenti la località dove il video è stato registrato. E’ quanto emerge esaminando i dettagli di un nuovo brevetto denominato “Acquisizione di video con elaborazione basata su dati ausiliari” nel quale s’illustrano tecniche avanzate di elaborazione video e per il miglioramento della qualità delle immagini. Nel brevetto si descrive una fotocamera o un dispositivo mobile in grado di sfruttare “dati ausiliari” :un dispositivo che potrebbe essere, ad esempio, anche un iPhone.
I dati potrebbero essere elaborati e utilizzati per migliorare la qualità finale del prodotto e adoperati per filtrare/fondere le immagini oppure inviati ad altri tool in modo da consentire anche a semplici videoamatori di ottenere il massimo della qualità possibile.
Caratteristiche quali la stabilizzazione delle immagini sono state a lungo strumenti inclusi di serie nelle applicazioni di video editing di Apple quali Final Cut Pro e iMovie ’09. Il metodo descritto, ad ogni modo, sembrerebbe sfruttare caratteristiche intrinseche di dispositivi quali l’iPhone per migliorare ancora di più la qualità complessiva.
Il sistema è in grado di identificare il movimento o il cambiamento delle condizioni d’illuminazione modificando di conseguenza la codifica con la quale sono raggruppati i fotogrammi, diminuendo gli effetti indesiderati. Si potrebbe ricorrere anche a metodologie meno tradizionali, sfruttando dati quali la posizione e la temperatura ambientale, parametri che influenzano la qualità complessiva delle immagini.
“Il sensore immagine e/o altri elementi sono condizionati dalla temperatura al di fuori di determinate specifiche termiche e ciò causa la creazione di pattern rumorosi nel rilevamento delle immagini” si legge nel brevetto. “Questi pattern fissi possono presentarsi in determinate posizioni come pixel rossi o blu, al variare della lettura dei sensori e possono mostrarsi in maggior misura in condizioni di scarsa luminosità o intenso calore.”
Nella richiesta di brevetto si afferma che il CCD (il sensore del rilevatore di luce elettronico) fornisce una qualità relativamente alta dell’immagine ed è più costoso rispetto ai sensori CMOS. Questi ultimi richiedono meno potenza ma producono immagini di qualità inferiore rispetto ai sensori CCD, in particolare in condizione di luce scarsa.“Le tecniche descritte” prosegue il testo depositato, “possono essere utilizzate per sfruttare i sensori CMOS al posto dei più costosi CCD e ottenere qualità complessiva a questi ultimi paragonabile”. In particolare, il procedimento può essere sfruttato via “software, hardware o una combinazione dei due per filtrare il rumore, sempre presente, così come diminuire i livelli di luce, aumentare la gamma dinamica e migliorare la qualità in genere delle immagini e/o la fedeltà dei colori o eseguire altre operazioni sulle immagini”.
Il brevetto è stato registrato questa settimana presso il Patent and Trademark Office statunitense. La richiesta di deposito è stata eseguita il 3 maggio di quest’anno. Gli autori ai quali si attribuisce il brevetto sono Alexei V. Ouzilevski, Fernando Urbina, Brett Bilbrey e Jay Zipnick.
[A cura di Mauro Notarianni]

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