Etichette discografiche quali Sony e Universal da tempo stanno combattendo una battaglia contro Internet Archive (IA), biblioteca digitale non profit che dal 2017 sta portando avanti il Great 78 Project con l’obiettivo di digitalizzare le registrazioni pubblicate su dischi in vinile a 78 giri tra il 1898 e gli anni ’50 dello scorso secolo.
Recentemente le etichette in questione hanno chiesto di aggiungere 500 brani alle decine di migliaia già contestati e se la modifica della denuncia verrà accettata, l’ammontare dei danni richiesti potrebbe devastare finanziariamente IA obbligando a chiudere per sempre il sito che da tempo si occupa della conservazione della cultura e dalla conoscenza, raccogliendo materiali radi che altrimenti rischiano di svanire per sempre.
Dai precedenti 400 milioni di dollari chiesti per danni, le etichette discografiche adesso pretendono circa 700 milioni di dollari.
Molti storici e archivisti specializzati in registrazioni sonore continuano a difendere Great 78 Project, evidenziando che si tratta di uno sforzo per la digitalizzazione di registrazioni a 78 giri, compreso materiale raro, accessibile generalmente con apparecchiature che non sempre sono facili da trovare anche nelle biblioteche specializzate.
Le etichette affermano che molto materiale può essere riprodotto da servizi quali Spotify, ma la quantità di quello disponibile nel Great 78 Project non è paragonabile a quanto disponibile in streaming; gli appassionati spiegano inoltre che molti suoni storici potrebbero essere persi perché controllati dai titolari dei diritti che non rendono le registrazioni pubblicamente disponibili.

David Seubert, che si occupa della gestione di cataloghi sonori per la Santa Barbara library dell’Università della California, spiega al sito Ars Technica che non è solo una questione di registrazioni: i filmati degli album catturano non solo i suoni di determinati periodi ma anche altro.
I ricercatori come lui vogliono guardare l’etichetta, verificare le informazioni sul copyright, annotare i numeri di catalogo, informazioni che è possibile ottenere dagli archivi di IA. “Non devo necessariamente ascoltarli”, spiega Seubert; “ma vedere la fisicità”, perché vi sono elementi consentono di saperne di più sulle registrazioni.
Nathan Georgitis, direttore esecutivo della Association for Recorded Sound Collections (ARSC) riferisce che non si vedono più 78 giri, spiegando che anche nei negozi di dischi specializzati in vinili questo tipo di registrazioni sono rare e che non sempre sono state ripresentate nuove versioni commerciali.
“Internet Archive non danneggia le entrate dell’industria discografica”, afferma Seubert. “Non ha alcun impatto sui loro ricavi”, sospettando invece che la citazione in giudizio è una sorta di vendetta, perché le etichette discografiche non amano le modalità con le quali Internet Archive spinge i limiti sui diritti d’autore e il fair use (l’utilizzo, senza previo consenso dell’autore, di un contenuto protetto).











