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Apple vuole dare a Siri il cervello di Gemini

Quando a metà aprile avevamo anticipato le trattative tra Apple e Google per portare Gemini su iPhone, si trattava di indiscrezioni. Oggi arriva quella che potrebbe essere considerata una conferma quasi ufficiale: Google è effettivamente in trattativa con Apple per integrare la sua intelligenza artificiale generativa nei dispositivi della Mela, e l’obiettivo è di chiudere l’accordo entro la fine del 2025 e quindi vedere l’Ai di Google su iOS 19 e iPadOs 19

A svelarlo è stato direttamente Sundar Pichai, CEO di Alphabet, durante la sua testimonianza in un processo antitrust negli Stati Uniti. «Stiamo lavorando – ha detto Pichai – attivamente a un’intesa con Apple, speriamo di finalizzarla entro quest’anno».

Gemini su iPhone accanto a ChatGPT

L’accordo, di cui parla Bloomberg, non riguarderebbe la sostituzione di Siri, bensì l’integrazione di Gemini come modello opzionale accanto a ChatGPT, che già “lavora” per “Apple Intelligence” attraverso l’assistente virtuale Apple. Grazie ad esso è possibile risolvere dubbi e chiedere informazioni alle quali Siri da sola non è n grado di fare fronte.

In futuro la stessa cosa potrebbe fare Gemini. In pratica Apple sembra intenzionata a offrire agli utenti la possibilità di scegliere tra più AI, selezionabili direttamente dalle impostazioni di sistema, per un’esperienza più flessibile e personalizzata.

L’app di Gemini è già disponibile su iPhone come applicazione standalone, ma l’integrazione nativa nel sistema operativo rappresenterebbe un salto di qualità: accesso diretto da Siri, interazioni più profonde con app e funzioni di sistema, e maggiore continuità tra dispositivi Apple.

I vantaggi non ci sarebbero solo per Apple. Google a sua volta avrebbe il cliente più importante ed ambizioso ottenuto fino ad oggi per Gemini certamente superiore a Samsung che pure usa Gemini per i suoi telefoni, ma con Apple che offre una piattaforma molto più importante e ricca.

Si parla di miliardi di utenti, uno scenario che replica, questa volta all’incontrario dal punto di vista economico e strategico, l’accordo che Apple ha con Google sul motore di ricerca: con Gemini sarebbe Apple a pagare Google per avere Gemini sui suoi telefoni non Google a pagare (miliardi) Apple per essere il motore di ricerca di base di Safari.

Dietro al ritorno di fiamma di Apple per Gemini potrebbe esserci la presa di controllo sulla macchina di Siri da parte di Craig Federighi. Il manager Apple, uno dei più critici sui ritardi dell’implementazione dell’Intelligenza Artificiale nel sistema operativo, ha fatto capire di non avere alcuna remora per spingere la macchina

Dopo l’addio a Giannandrea e la presa in carico di tutto il sistema da parte di Mike Rockwell, Federighi avrebbe detto chiaramente ai team Siri di usare qualsiasi tecnologia utile per rendere Siri all’altezza. Un vero bazooka che Apple mai avrebbe imbracciato prima.

Il nodo antitrust

Il tutto avviene mentre i riflettori antitrust sono puntati proprio su Apple e Google, già oggetto di indagini e processi per gli accordi economici sul motore di ricerca predefinito in Safari. Per questo, anche se le intenzioni sono chiare, i tempi e i dettagli dell’intesa potrebbero essere condizionati dalle autorità regolatrici.

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