I misteri, l’avventura, il fascino di un film in bianco e nero (perché qui troverete anche quell). Se questa è una introduzione al genere noir e ai suoi sottogeneri (dall’hard boiled al noir europeo, dal noir psicologico a quello metropolitano fino al neo-noir), c’è da pensare alle storie classiche che hanno fatto grande questa forma letteraria.
Una carrellata con uno o due “campioni” per ciascun segmento del “nero”, che suona tanto più emozionante se detto alla francese. Dall’Europa in America e poi di nuovo in Europa. Con il gusto della buona letteratura di genere. Buona lettura.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Il falcone maltese
Cominciamo con i grandi maestri: Dashiell Hammett e il suo romanzo hard boiled più famoso che è diventato anche un indimenticabile film omonimo con Humprey Bogart.
San Francisco, sul finire degli anni Venti, non è certo un luogo tranquillo. Per questo il detective Sam Spade ha imparato che è meglio stare sempre sul chi vive. Anche quando nel suo ufficio sulla Baia si presenta un’incantevole ragazza bionda con un nome che è già un programma: Miss Wonderly.
La giovane donna vuole che Spade la aiuti a scoprire che fine ha fatto sua sorella Corinne, che si è legata a un poco di buono, un certo Floyd Thursby. Ma presto Spade si accorgerà che la sua cliente non è l’angelica creatura che appare. È invece una dark lady spietata, ipocrita e manipolatrice, disposta a tutto pur di entrare in possesso di un antico e prezioso manufatto, una statua d’oro e di gemme raffigurante un falco, donata dai Cavalieri di Malta all’imperatore Carlo V nel XVI secolo.
Il grande sonno
L’altro grande autore di noir all’americana, con le storie dei “duri” è Raymond Chandler, con il suo investigatore Philip Marlowe, che Adelphi ha deciso di ritradurre e pubblicare di nuovo in italiano.
È sempre l’ultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere (le palme e il vento caldo di Los Angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell’acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei lamé), aggiungerci il suo fuori campo inconfondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell’universo narrativo opaco cui è stato attribuito d’ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir.
Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancette all’anno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà – o che fallirà magnificamente, come solo lui avrebbe potuto.
Nightmare alley
Una bellissima storia noir pubblicata da Sellerio, l’editore palermitano di genere che guarda alla qualità. Pubblicato nel 1946 questo romanzo è «una tipica storia noir» di «un tempo spesso ricordato per certi racconti di James M. Cain e di Cornell Woolrich ma il cui malessere ha trovato proprio in Nightmare Alley il suo ritratto più esemplare», scrive Tommaso Pincio.
L’autore, William Lindsay Gresham, una vita non meno tormentata dei suoi personaggi, prese spunto da un caso vero, appreso durante la Guerra civile spagnola dove aveva combattuto da repubblicano. L’esistenza del Geek, il Mangiabestie, un poveraccio costretto dalla miseria materiale e morale in cui si era ridotto a esibirsi nei baracconi delle fiere di paese come divoratore di animali vivi.
Così il Geek è l’anima segreta, la parabola dentro la trama di questo libro, che descrive l’ascesa di un uomo arrivista e spietato che scopre che chi padroneggia la paura degli altri e i loro incubi li domina. Stan, giovane e con un passato triste, lavora in un luna park ambulante, la «Compagnia Ackerman-Zorbaugh e i suoi mostri». Ben presto, per il suo arrivismo commette crudeltà e delitti e impara a perfezione il mestiere di lettore del pensiero, facendo della capacità di manipolazione un’arma micidiale.
E non si ferma qui: ambizioso e spericolato riesce a diventare il Grande Stanton invitato in ambienti sempre più elevati dove sviluppa pseudo occultismi sempre più manierati. In fondo il suo sogno era il potere completo sui destini, prima di tutto il suo destino.
Il postino suona sempre due volte
Un altro grande classico di James M. Cain. Questa storia quasi intollerabilmente scarna di una passione devastante (che ha per teatro uno scalcinato distributore di benzina su una statale a pochi chilometri da San Francisco, per ostacolo un marito rozzo e brutale e per via di fuga nient’altro che la tenebra) ha stretto, e continua a stringere, con i suoi lettori lo stesso patto di sangue che lega i suoi protagonisti, portando spesso anche i primi (per girare “Ossessione” Luchino Visconti svendette i gioielli di famiglia) alla rovina.
Il perché lo si capirà leggendo, e fatalmente arrendendosi fin dal primo incontro, come Frank Chambers, a Cora, uno dei più temibili e vessatori fantasmi femminili che abbiano mai abitato le pagine di un romanzo: nelle parole dello stesso Cain, neppure una donna, ma “il desiderio fatto realtà”.
Il giudice e il suo boia
Il noir sembra un genere americano ma non lo è. Ci sono tantissimi autori europei che hanno trovato una strada originale al suo sviluppo Come Friedrich Dürrenmatt e questa sua opera famosissima. Esiste il delitto perfetto? Gastmann, “demonio in forma umana”, ne è convinto, e per dimostrarlo al commissario Bärlach (e vincere la temeraria scommessa fatta in una bettola sul Bosforo) getta uno sconosciuto dal ponte di Galata. Ormai i due sono incatenati l’uno all’altro.
Per oltre quarant’anni il commissario seguirà imperterrito le orme di Gastmann, nel vano tentativo di fornire le prove dei delitti via via più audaci, efferati e sacrileghi che costui ha commesso per capriccio. Finché un giorno l’assassinio dell’ispettore Schmied della polizia di Berna (la città dove Bärlach è nato, e che lui chiama il suo “aureo sepolcro”) lo metterà nuovamente di fronte al suo nemico, e al sinistro viluppo di trame politiche e finanziarie di cui questi tira le fila.
A Bärlach non resta molto da vivere: giusto il tempo di regolare i conti una volta per tutte. Ormai ha emesso il suo verdetto, ed è una condanna a morte. Quando Georges Simenon, che di noir se ne intendeva, lesse questo romanzo cupo, implacabile e lacerante, disse semplicemente: “Non so che età abbia l’autore. Se è alla sua prima prova, credo che farà strada“.
Il giorno della civetta
È noir anche l’italianissimo Leonardo Sciascia con il suo romanzo forse più famoso (perché si legge anche a scuola) che racconta un passaggio oscuro della luminosissima Sicilia.
Di questo romanzo breve sulla mafia, apparso per la prima volta nel 1961, ha scritto Leonardo Sciascia: “Ho impiegato addirittura un anno, da un’estate all’altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di ‘cavare’ voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti“.
“Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio“.
Rumore bianco
Se pensiamo al genere del neo-noir c’è anche la fantascienza da prendere in considerazione, ma non necessariamente. Questo romanzo di Don DeLillo è fantastico e potentissimo.
Il “rumore bianco” del titolo è il suono che ossessiona il protagonista del romanzo: forse è una semplice emissione della “partitura panasonica” in cui siamo immersi ogni giorno, oppure un minaccioso messaggio in codice.
Jack Gladney, studioso di Hitler e direttore di un dipartimento di studi hitleriani nella sua università, tiene un corso sul fascino ipnotico esercitato dai discorsi del Fuhrer, dai canti e dagli inni del Terzo Reich; e finisce per calarsi nella materia delle sue ricerche al punto di ricavarne una specie di nicchia da cui non vuole più uscire.
Il romanzo è appunto lo studio di questa perversione. Sino al giorno in cui una nuvola di gas tossico lo costringe a uscire dal suo rifugi
La ragazza del treno
Il noir al femminile, o “noir domestico” è un bellissimo intreccio di dimensione psicologica, di sguardo femminile, di scoperta di un altro modo di pensare questo genere.
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata.
Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Zombie
Primo dei due fuori sacco di questa lista dei migliori libri di Macity, tocchiamo un incrocio particolare: tra noir e sovrannaturale. Anzi, ancora di più, grazie a Joyce Carol Oates. Quentin P_ è un enigma per i suoi genitori, anche se non credono affatto all’accusa di molestie sessuali mossa da un minore nei suoi confronti. Quentin P_ è un enigma per il suo psichiatra, che comunque lo incoraggia, apprezzando le potenzialità positive dei suoi sogni, di cui parla tanto apertamente. Per sua nonna, Quentin P_ è solo un ragazzo dolcissimo, cui è impossibile dire di no. Ma Quentin P_ in verità è l’assassino psicopatico più terrificante del Michigan.
Condannato alla libertà vigilata, Quentin è accondiscendente, ma rimane insensibile a tutto: alla famiglia, ai controlli giudiziari, ai medici. Un giorno, per caso, scopre la lobotomia, e d’un tratto le sue ossessioni prendono forma concreta. Una a una, sceglie le sue vittime obbedendo a una volontà di potenza, il bisogno insopprimibile di creare uno “zombie” tutto per sé che, passivo e remissivo, lo supplichi e lo gratifichi.
Esagitato da varie sostanze e dalle sue stesse perversioni sessuali, assolve con zelo ogni sanguinoso compito e, nella meccanicità, acquisisce sempre maggiore astuzia e perizia. “Zombie” è il romanzo della mente psicotica di un killer seriale che, nel delirio impermeabile del suo monologo, riproduce i movimenti automatici di una società disumanizzata.
Trilogia di Gorky Park Stella polare Lupo mangia cane
Altro fuori sacco di questa lista dei migliori libri di Macity, questa volta si va con Martin Cruz Smith e un trittico di vecchi romanzi storici ambientati durante la guerra fredda. Ed è proprio l’incrocio tra romanzo storico e noir che rende unico quest’ultimo approccio al genere noir, che si basa comunque sulla figura di un investigatore, di misteri, di un certo modo di raccontare storie che non sono solo “gialli” misteriosi, ma qualcosa di più.
Chi è l’investicatore? Cinico e riservato, disilluso dall’apparato del potere sovietico ormai in disfacimento, il detective Arkady Renko si muove tra la fine della Guerra Fredda e la caduta del comunismo, tra la Mosca dei palazzi del potere, le gelide acque del Pacifico settentrionale e l’Ucraina del disastro nucleare.
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