C’è stato un momento magico nella storia dell’editoria, un trentennio dorato che ha seguito dopo un po’ la Seconda guerra mondiale, in cui il mondo ha scoperto una nuova droga letteraria: il romanzo storico moderno. Non più quei mattoni polverosi che puzzavano di biblioteca e di compiti per casa, ma libri che ti facevano perdere il sonno perché dovevi assolutamente sapere come andava a finire quella battaglia, quell’amore impossibile, quella congiura di palazzo. Erano romanzi che ti spedivano in epoche lontane con la stessa facilità con cui oggi un clic ti porta dall’altra parte del mondo, ma con un bagaglio molto più pesante: quello dell’emozione vera.
Quegli autori avevano capito il trucco perfetto: prendere la Storia con la S maiuscola, quella fatta di imperi che crollano e civiltà che nascono, e intrecciarla con le storie minuscole degli esseri umani che si innamorano, tradiscono, sognano e muoiono. Il risultato? Libri che ci hanno fatto sentire testimone dell’Egitto dei faraoni o del Giappone dei samurai, ma anche complice di passioni universali che potevano succedere ieri come tremila anni fa. Era letteratura di intrattenimento della migliore specie: quella che diverte e cambia le persone, che insegna la storia meglio di qualsiasi manuale e fa piangere meglio di qualsiasi soap opera. Bei tempi, quando i romanzi storici erano così.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Sinuhe l’egiziano
Non ha inventato il genere, ma è come se l’avesse fatto. Quando è uscito questo romanzo del finlandese Mika Waltari, il mondo ha scoperto il piacere di leggere i moderni romanzi storici, veri e propri best-seller che mescolano finzione con accuratezza nelle ricostruzioni storiche, attenzione ai dettagli e personaggi storici.
Raccolto in fasce sulla riva del Nilo, Sinuhe viene adottato da Kipa e dal marito Semnut, un medico che cura i cittadini più poveri di Tebe, la grande capitale dei due regni. Allevato come un figlio dalla coppia, dopo un’infanzia spensierata il giovane Sinuhe studia alla Casa della Vita, diventando il chirurgo personale del Faraone.
Ma il progetto di una vita felice e colma di ricchezze e onori si infrange contro la passione del giovane medico per una donna, che lo condurrà alla rovina e lo obbligherà a fuggire da Tebe. Inizia da qui una lunga peregrinazione per tutto il mondo conosciuto: dalla Siria a Babilonia, e poi a Creta e di nuovo in Egitto.
Sospinto da un destino incontrollabile, Sinuhe si troverà coinvolto nelle traversie che agitano il suo paese e negli intrighi di chi trama per conquistare il trono del Faraone. Una lotta in cui uomini e dèi si scontrano senza esclusione di colpi, e che costerà a Sinuhe quanto di più caro ha nella vita.
Questo è un classico della narrativa storica che ricostruisce minuziosamente la vita nell’Egitto del Quattordicesimo secolo a.C. e racconta il dramma di un individuo che tenta di opporsi alla crudeltà dell’uomo e all’ingiustizia della storia.
I pilastri della terra
Se il più popolare autore britannico dopo JK Rowlings passerà alla storia per qualcosa, lo farà per la sua trilogia che inizia con questo straordinario romanzo storico.
Un mystery, una storia d’amore, una grande rievocazione storica: nella sua opera più ambiziosa e acclamata, Ken Follett tocca una dimensione epica, trasportandoci nell’Inghilterra medievale al tempo della costruzione di una cattedrale gotica. Intreccio, azione e passioni si sviluppano così sullo sfondo di un’era ricca di intrighi e cospirazioni, pericoli e minacce, guerre civili, carestie, conflitti religiosi e lotte per la successione al trono.
Con la stessa suspense che caratterizza tutti i suoi thriller, Follett ricrea un’epoca scomparsa e affascinante. Foreste, castelli e monasteri sono l’avvolgente paesaggio, mosso dai ritmi della vita quotidiana e dalla pressione di eventi storici e naturali entro il quale per circa quarant’anni si confrontano e si scontrano le segrete aspirazioni e i sentimenti dei protagonisti – monaci, mercanti, artigiani, nobili, fanciulle misteriose -, vittime o pedine di avvenimenti che ne segnano i destini e rimettono continuamente in discussione la costruzione della cattedrale.
Il nome della rosa
Anche noi in Italia abbiamo prodotto romanzi storici che sono famosi in tutto il mondo. E il maestro è stato un insospettabile: Umberto Eco, semiologo e sociologo di chiarissima fama ma con una vena storica che pochi al mondo hanno saputo tenere.
La storia è nota. Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un’abbazia dell’alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile.
Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli. La copertina dell’articolo può variare.
L’assiro
Facciamo una eccezione e presentiamo non solo il primo ma anche il secondo volume di questa che è una vera e propria “duologia”. Un bestseller internazionale, questo primo romanzo è un’epopea d’amore e di guerra ambientata nel VII secolo a.C. Due uomini, amici intimi e rivali, nati da madri diverse ma entrambi figli del re, crescono per governare il mondo.
Assiria, VII secolo a.C. Ninive è la splendida e temuta capitale di un vasto impero nel quale convivono sofisticata raffinatezza e primordiale brutalità. Nell’imponente palazzo, dimora del potente re Sennacherib, signore dei Quattro Angoli della Terra, i due fratellastri Tiglath Assur, guerriero assiro figlio del re e della concubina greca Merope, e Asarhaddon trascorrono serenamente l’infanzia e l’adolescenza in profonda amicizia, comunicandosi piccoli segreti, speranze e illusioni.
Insieme scoprono la tumultuosa vita della grande città, dalle innumerevoli vie affollate di gente proveniente da tutto il mondo. La loro amicizia viene però incri¬nata da un’antica profezia, secondo la quale uno dei due è destinato al trono imperiale – e al conseguente matrimonio con un’affa¬scinante principessa – e l’altro a diventare un guerriero di leggendario valore.
Il romanzo ricostruisce le vicende del perio¬do in cui l’impero assiro toccò l’apogeo se¬guendo la diversa prospettiva di Tiglath Assur, che narra in prima persona gli eventi fin dalla sua infanzia. Nel racconto si alternano personaggi storici realmente esistiti, come Sennacherib, la regina Naq’ia e suo figlio Asarhaddon, ad altri di pura invenzione ren¬dendo la trama unica e di assoluto valore.
Ninive
La seconda parte, più difficile da trovare perché non esistono nuove edizioni (ma anche su Amazon si trova fra i libri usati) è ancora più avvincente della prima metà uscita in Italia nel 1990, se possibile.
Dopo che suo fratello ha preso il trono e lo ha esiliato, Tiglath Ashur si ritrova a vagare nell’antico mondo del Mediterraneo per sfuggire agli assassini incaricati di ucciderlo, ma Tigalth sa bene che stare lontano da casa non è la giusta soluzione.
Viaggiando dalle paludi dell’Eufrate, attraverso il mare e il deserto verso l’Egitto, Tiglath e il suo ex schiavo, Kephalos, devono continuamente muoversi per rimanere in vita. Ma senza dubbio qualcosa li costringerà a tornare a casa, che sia il destino o suo fratello Esarhaddon, il nuovo re.
Nel secondo romanzo della saga di Tiglath Ashur, i lettori scopriranno personaggi appassionanti e terre incantevoli, troveranno sufficiente violenza, sesso, romanticismo, tradimento e splendore per rimanere immersi nella lettura di una storia antica e vibrante.
L’azteco
Continuano a ristamparlo perché l’autore americano, che con questo romanzo ha anche vinto il nostro premio Bancarella, è forse il migliore interprete dell’idea di moderno romanzo storico per ampiezza, ricchezza e profondità.
Questa è la storia di Mixtli l’Azteco e dell’ultima e più grande civiltà sorta in quella parte del pianeta che gli Aztechi chiamavano l’Unico Mondo. Nato povero e umile, Mixtli sale la scala sociale divenendo prima scriba e poi guerriero. Accumula una straordinaria fortuna con i commerci ed esplora il continente nord americano raggiungendone anche le regioni più remote.
Al suo fianco assistiamo ai barbari massacri e alla gloria delle Guerre dei Fiori, allo splendore delle bandiere di piume che sventolano su Tecnochtìtlan, alla fiera dignità del popolo delle Nubi. Dalla sua voce apprendiamo storie perverse di sangue e passione fino all’arrivo di Hernán Cortés. Leggenda, storia, mistero, mito sono intrecciati in questo libro che contiene dieci, cento, mille romanzi.
Il viaggiatore
L’altro grande romanzo di Gary Jennings è in realtà il romanzo di Marco Polo. È lui che viaggia e scopre la Cina. Ma non solo. Si dice che, mentre Marco Polo si trovava sul letto di morte, amici e conoscenti lo esortassero ad ammettere che tutte le avventure da lui narrate non erano altro che ignobili menzogne.
Il grande viaggiatore allora si sollevò sui guanciali, maledisse tutti e dichiarò: “Non ho narrato neppure la metà di quello che ho veduto e fatto”. Jennings, in queste pagine, ci racconta proprio quello che Marco Polo vide, visse e patì e che non fu mai raccontato.
Shogun
Lo scrittore australiano naturalizzato americano James Clavell è stato un grandissimo del romanzo storico e del romanzo di avventura. Ha avuto anche ottimi successi a Hollywood come produttore e sceneggiatureo. Ma soprattutto ha creato una grande epopea, la saga asiatica, di cui questo romanzo è il principio. Se anche l’avete visto su Netflix (o anni fa con il vecchio sceneggiato degli anni Ottanta), non è niente rispetto a quello che potrete leggere qui.
Partito alla volta dell’Oriente per il monopolio olandese del commercio con Cina e Giappone, John Blackthorne, comandante dell’Erasmus, si ritrova costretto da una tremenda tempesta al naufragio in un villaggio di pescatori nel Giappone feudale del XV secolo. In quel mondo sconosciuto e lontano, Blackthorne deve trovare il modo di sopravvivere.
Grazie al suo coraggio, che lo condurrà sulla via dei samurai, con il soprannome di Anjin (il navigatore) diventerà il fido aiutante dello Shōgun e nella sua ascesa al potere conoscerà l’amore impossibile per la bella e ambigua Mariko. Sullo sfondo di una civiltà raffinata, violenta e sottoposta a una rigida divisione in caste, un romanzo avvincente fatto di avventure, intrighi, amore, filosofia orientale e storia che, tra massime zen e battaglie cruente, alterna fino all’ultima pagina poesia e tensione narrativa.
Tai-Pan
Il secondo romanzo della saga asiatica di James Clavell (ma anche il terzo, Gai-jin) è straordinario. Soddisfa qualsiasi desiderio d’esotismo ambientato in Asia, tra Honk Kong e Tokyo. Qui è la prima: atttorno alla metà del XIX secolo, Hong Kong è solo un porto naturale abitato da poveri pescatori. Ma Dirk Struan, capo di una delle maggiori compagnie mercantili operanti in Estremo Oriente, intuisce che quel pezzetto di terra battuta dai tifoni potrà diventare la base per l’espansione commerciale inglese in Asia.
È un uomo coraggioso, tagliato per il comando, rispettato dai cinesi che lo chiamano Tai-Pan, signore assoluto. Per realizzare il suo sogno, però, dovrà affrontare nemici senza scrupoli in una lotta implacabile. Una storia di passioni e violenze, ma anche l’epopea di un’epoca che vide l’inizio del declino del Celeste Impero e la nascita della colonia più ricca d’Oriente.
Il romanzo di Ramses – 1. Il Figlio della Luce
Come un meteorite che piomba dallo spazio e cambia tutto, negli anni Novanta arriva un nuovo scrittore di romanzi storici. È un egittologo francese, un professore di egittologia piuttosto famoso, Christin Jacq. Ma la saga che racconta è tutta un’altra cosa: dalla trama al linguaggio aulico fino allo straordinario intrecco narrativo e alla lunghezza, ha cambiato ancora il mondo del romanzo storico a partire dalla storia del Figlio della Luce, cioè Ramsete (o, alla francese, Ramses).
Regnò per sessantasette anni. Portò il suo paese all’apogeo della gloria e della sapienza. Ramses II, “il Figlio della Luce”, fu il più grande faraone egizio, l’uomo che impresse una svolta alla storia del mondo antico. Con la sua avvolgente narrazione Christian Jacq ripercorre la sua vita dalla giovinezza all’ascesa al trono. Tra angosce e speranze, tradimenti e vittorie, in mezzo a personaggi indimenticabili: il padre Sethi, la dolce Nefertari, il poeta Omero, l’acheo Menelao, la bellissima Elena, l’ebreo Mosè.
M. Il figlio del secolo
Ormai è materiale per romanzi storici perché è storia (o almeno, dovrebbe esserlo). In ogni caso, l’opera di Antonio Scurati che racconta la storia di Benito Mussolini in cinque volumi è, dal punto di vista editoriale e letterario, un monumento: vincitore del Premio Strega, bestseller internazionale, già adattato in una serie su Sky. E, dal nostro punto di vista, il primo fuori sacco senza ilq uale non ci sarebbe una lista dei migliori libri di Macity.
“Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta.” Lui è il giovane agitatore politico, ex leader socialista cacciato dal partito, direttore di un piccolo giornale di opposizione, che nel 1919 si mette a capo di un manipolo di reduci e delinquenti fondando a Milano i Fasci di combattimento e in una manciata di anni riesce a diventare padrone dell’Italia intera.
1919-1925: sono gli anni del Fascismo rivoluzionario, della Marcia su Roma, dello squadrismo, dell’omicidio Matteotti, della secessione dell’Aventino. E culminano con il discorso di Mussolini alla Camera del 3 gennaio 1925, atto fondativo del fascismo come regime autoritario.
La saggistica ha dissezionato ogni aspetto di questa storia, ma nessuno prima di Scurati aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo attraverso un romanzo. Un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Raccontando il fascismo per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.
Ben-Hur
Pochi lo sanno, ma l’inventore (in pratica) del moderno romanzo storico è uno scrittore americano, Lew Wallace. E l’ha inventato nell’Ottocento: nel 1880 per la precisione. Si intitolava “Ben Hur, a Tale of the Christ” (Ben Hur, un racconto su Cristo) ed è uno dei più conosciuti e appassionanti romanzi storici della letteratura mondiale, in cui magicamente si intrecciano vicende storiche e favolistiche e da cui sono state tratte celebri pièce teatrali e film indimenticabili.
Le sue pagine ci portano indietro nel tempo, fra Roma e la Palestina, negli anni del principato di Augusto e in quelli del regno di Tiberio. Vi si narra la burrascosa storia del principe ebreo Giuda Ben Hur e, parallelamente, quella di Gesù Cristo (il vero protagonista della vicenda) dalla nascita, nella mangiatoia di Betlemme, alla morte, sulla croce del Golgota.
Una storia immortale, consacrata al cinema dalla classica versione del 1959, con Charlton Heston, vincitrice della cifra record di 11 premi Oscar
Guerra e pace
Come terzo e ultimo fuori sacco di questa nostra lista dei migliori di Macity facciamo un salto indietro di due secolo, per la precisione nel 1969, quando l’autore russo Lev Tolstoj pubblica per la prima volta quello che è considerato non solo uno dei più grandi romanzi storici mai scritti, ma anche uno dei vertici assoluti della letteratura mondiale. Sì, perché Tolsoj non era contemporaneo degli eventi narrati e ambientati più di mezzo secolo.
Meditata a partire dal 1863, più volte rivista e riscritta fino alla versione del 1886, questa è l’opera più nota di Tolstòj e una delle più lette e amate della letteratura universale. In queste pagine di altissima scrittura, in cui spiccano le celeberrime figure della contessina Natàsha Rostòva e del principe Andréj Bolkònskij, si narrano le vicende di due famiglie dell’aristocrazia russa, i Bolkònskij e i Rostòv appunto, sullo sfondo della Russia patriarcale e contadina devastata dalle guerre e dall’invasione di Napoleone, ma ancor più sconvolta dall’influsso, borghese e civilissimo, dell’Europa occidentale.
Della Grande Russia di inizio Ottocento questo è infatti insieme il magnifico epos e la struggente elegia. Un capolavoro che esce dagli angusti confini del romanzo, per ampliarsi e trasformarsi al di là di ogni definizione di genere, e diventare di volta in volta romanzo storico, cronaca familiare, trattato storiografico, pamphlet, testo filosofico. È un romanzo-mondo nel quale sarete liberi di perdervi.
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