Microsoft sta correndo ai ripari per correggere un bug contenuto in un aggiornamento Windows 10 che può rallentare, mettere sotto torchio e secondo alcuni ridurre la vita utile delle unità SSD. Il problema è stato riscontrato già a partire dal mese di giugno nell’aggiornamento Windows 10 versione 2004 rilasciata a maggio.
In questo aggiornamento sembra che il sistema non sia più in grado di memorizzare quando viene effettuata l’ultima deframmentazione dell’unità di archiviazione, sia questa un disco fisso tradizionale oppure una unità SSD. Con la deframmentazione i contenuti memorizzati sull’unità vengono riscritti e riposizionati per ottimizzare le operazioni, migliorando la velocità di lettura e scrittura dei dati. Solitamente Windows verifica quando è stata effettuata l’ultima deframmentazione e ne effettua una nuova a distanza di un mese. Mentre per i dischi fissi tradizionali questa operazione è utile e anche consigliabile, secondo alcuni esperti i recenti SSD non la richiedono, perché la effettuano già in automatico, consigliando di effettuarla solo sporadicamente.

Microsoft ha già rilasciato un aggiornamento in versione beta agli sviluppatori che risolve il problema. In attesa che l’update sia disponibile per tutti, per gli utenti Windows 10 è consigliabile disattivare la funzione di deframmentazione automatica. Per farlo occorre aprile il menu Start, digitare defrag e poi selezionare Deframmenta e ottimizza Dischi. Verificare che l’unità SSD sia selezionata e poi aprire Cambia Impostazioni, dopo di che togliere il segno di spunta sulla opzione per effettuare la deframmentazione programmata, infine premere OK.
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