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Recensione Fujifilm X Half, le costose emozioni del rullino digitale

Se fossimo solo razionalità e niente emozione o fantasia, probabilmente consiglieremmo di comprare una Sony RX100 VII (AF rapidissimo, zoom molto versatile, anche se prezzo alto) o una Canon G7 X Mark III (compatta, intuitiva, con un prezzo più che onesto). Ma siccome la fotografia è fatta anche di emozione, di irrazionalità, di sensazioni momentanee, c’è lo spazio per una piccola ma costosa, strana macchina fotografica che è arrivata sul mercato a sorpresa e, nonostante le specifiche delle quali discuteremo tra un attimo, ci ha decisamente stupito.

È la Fujifilm X Half, che abbiamo potuto provare per un mese, sia a casa che in viaggio. Anticipiamo subito che ne siamo rimasti più che sorpresi: ci ha letteralmente stregato ed è entrata di buon diritto nella nostra personale “top ten” delle compatte migliori di sempre, in compagnia di fenomeni come la Ricoh GR (serissima ultracompatta) e la Minox Rolleiflex TLR Minidigi (quasi uno scherzo ma fa delle foto fantastiche).

La scheda tecnica

La Fujifilm X Half è una compatta digitale pensata per la creatività e la fotografia “slow”, dotata di un sensore retroilluminato da 1 pollice da 17,74 megapixel e un obiettivo fisso da 10,8 mm f/2.8 (equivalente a 32 mm su full frame) che scatta immagini solo in formato Jpeg e rapporto 3:4. Il design verticale e compatto (pesa 240 grammi con batteria e SD, misurando circa 106 x 64 x 31 mm) richiama le half-frame analogiche, con mirino ottico galileiano (ingrandimento 0,38x, copertura 90%) e touchscreen posteriore fisso da 2,4”.

La X Half offre esclusivamente 13 simulazioni di pellicola Fujifilm, vari filtri creativi, una “Film Camera Mode” che limita virtualmente gli scatti come in un rullino, ed effetti 2-in-1 per composizioni doppie. L’autofocus è a contrasto, supporta il riconoscimento volto/occhi e la messa a fuoco manuale, con sensibilità ISO 200–12.800 e otturatore solo elettronico fino a 1/2000 s. Registra video solo in verticale (Full HD a 24p), dispone di flash LED integrato, connessione Bluetooth/Wi-Fi e permette il trasferimento rapido su smartphone via app dedicata Fujifilm XApp; la batteria è molto generosa (rispetto alle altre compatte) e garantisce circa 880 scatti.

La voglia della pellicola

La scelta di usare file solo Jpeg e impostazioni volutamente ridotte, oltre all’inquadratura nativamente verticale e alla presenza di una leva di avanzamento dal doppio uso, rende questa fotocamera un apparecchio di nicchia, definito da Fuji come “ideale per chi cerca esperienza vintage e creatività immediata più che prestazioni tecniche avanzate”.

Tradotto: è il miglior compromesso tra la pellicola e il digitale, nel senso che la pellicola non c’è (eliminando tutti i limiti tecnologici e i costi aggiuntivi di acquisto e di sviluppo) ma la fotocamera si comporta come se fosse una versione analogica di una macchina digitale. Questo anche grazie alla relazione con l’app di Fuji (abbiamo usato la versione per iOS ma c’è ovviamente anche per Android) che permette non tanto di “scaricare” quando di “sviluppare” le foto.

La fotocamera, anzi, ha due modi principali d’uso: uno “normale”, che permette di scegliere i filtri e usare il display digitale per inquadrare (il mirino galileiano è semplicemente un piccolo oculare con dei vetri molati che non focheggiano) e uno “a rullini” che simula in tutto e per tutto una fotocamera analogica. Il rullino ha uno stile (cioè un filtro ma anche un valore ISO che non si può cambiare) e il display mostra solo indicazioni di esposizione e non più l’anteprima dell’inquadratura. Non si può “uscire” dal rullino fino a che non sono terminati gli scatti e lo sviluppo avviene solo sulla app del telefono.

Come la pellicola? Quasi. Anzi, no, per fortuna, visto quanto costa oggi, Ma è una buona approssimazione lo stesso.

Fenomenologia della pellicola

La Fujifilm X Half è stata progettata esplicitamente per replicare l’esperienza della fotografia su pellicola sia come processo che come resa visiva. Le 13 simulazioni di pellicola ufficiali Fujifilm (tra cui PROVIA, Velvia, ASTIA, Classic Chrome, Classic Neg, ACROS, Sepia e la nuova RealAce), si possono combinare combinate con filtri creativi come “Light Leak”, “Halation” ed “Expired Film” che riproducono difetti, aloni, dominanti e velature tipici delle pellicole analogiche.

L’effetto grana è integrato, con intensità regolabile. Restituisce quella texture ruvida e “materica” tipica dei rullini: colori meno digitalmente “limpidi” e una risposta tonale più pastosa, in particolare su incarnati e aree in ombra. C’è anche una finezza: il “Date stamp” opzionale, proprio come sulle stampe delle compatte analogiche anni ’90. Attenzione, quando selezionato finisce “stampato” sul Jpeg e non può essere rimosso.

Forse per limiti del sensore o forse per una ricerca filologica estrema, ma oltre a colore, contrasto e texture ci sono anche delle limitazioni veramente significative in termine di nitidezza e risposta dell’esposizione che rendono l’esperienza di scatto della compatta paragonabile a quella di una buona compatta a pellicola degli anni Novanta (ma certamente non di una reflex a pellicola o di una telemetro alto di gamma).

Spieghiamo meglio. Quella delle immagini della Fujifilm X Half è una resa prevalentemente (ma non esclusivamente) computazionale, nel senso che ovviamente non deriva (come accade nelle macchine a pellicola) dalla combo film-vetro dell’obiettivo. E non deriva neanche dalla prevalenza della tecnologia fisica del sensore e bontà del vetro dell’obiettivo Fuji. Deriva bensì dal processore e dagli algoritmi utilizzati dalla X Half per normalizzare le immagini scattate.

È una terza via interessante, diversa anche da quella degli smartphone (che sono al 99% a tradizione computazionale), amplificata dall’ergonomia dei comandi e della UX. Alla fine, restituisce la qualità di una buona foto a pellicola scansionata con uno scanner planare e non a tamburo. Né di più, né di meno.

Il mistero della levetta

La leva installata sulla Fujifilm X Half svolge due funzioni principali, entrambe ispirate all’esperienza tradizionale delle fotocamere a pellicola.

La prima è la funzione di avanzamento “digitale” del fotogramma. In modalità “Film Camera” (la modalità pellicola), dopo ogni scatto bisogna azionare manualmente la leva per avanzare al fotogramma successivo, proprio come si faceva con le vecchie analogiche. Questo gesto non ha uno scopo tecnico (non esiste pellicola da trasportare), ma è stato introdotto per restituire la fisicità e la ritualità tipica della fotografia analogica.

Oppure, visto che la fotocamera scatta foto in formato verticale, la leva serve per attivare la funzione “2-in-1” (il dittico). In pratica, azionando la leva tra due scatti, la fotocamera entra nella modalità 2-in-1, che consente di combinare due immagini verticali o due video verticali in un’unica composizione, ottenendo un quadro orizzontale dal forte effetto creativo.

Anche qui la leva serve a marcare il passaggio e la separazione tra i due scatti che verranno poi fusi insieme. Questo elemento di design dona maggior coinvolgimento e piacere tattile all’esperienza di scatto, rafforzando la natura “slow” e riflessiva della X Half, e differenziandola nettamente dalle compatte digitali tradizionali. Va aggiunto che per un utente non esperto o comunque non abituato è una scelta poco intuitiva.

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Usabilità

a Fujifilm X Half sia una fotocamera progettata per il divertimento e la creatività, più simile a uno strumento per appassionati della fotografia analogica che a una macchina tecnica e prestazionale. La qualità costruttiva è buona, il design compatto e l’approccio “frivolo ma simpatico” vengono apprezzati, ma la fotocamera è volutamente limitata: niente file Raw, solo Jpeg già elaborati con simulazioni pellicola e vari effetti vintage. Le operazioni sono volutamente rallentate, per avvicinarsi all’esperienza delle vecchie macchinette a pellicola.

Insomma, se cercate una fotocamera moderna intendendo con questo lo scatto veloce, la messa a fuoco rapida, la gestione della fotografia post con Lightroom, avete sbagliato indirizzo. Non la paragono però a una forma di lomografia digitale per un motivo molto semplice: fa delle belle foto. La qualità c’è.

La resa del sensore è superiore a quella di smartphone e di molte compact entry-level, ma ovviamente inferiore a compatte premium di Canon/Sony con sensori più grandi. La Fujifilm X Half è soprattutto uno strumento creativo e giocoso più che un sostituto di fotocamere come la mitica X100VI. Ricordiamo comunque che ha una buona ottica: un sensore da 1 pollice e un’ottica f/2.8 equivalente a 32mm.

I comandi sono in pieno stile Fuji e molto razionali: diaframmi regolabili sul collo dell’obiettivo compresa la posizione A, così come un piacevole accenno di messa a fuoco con un anello “focus-by-wire” nel senso che non sposta gli elementi dell’obiettivo ma attua degli elettrodi che muovono la limitata messa a fuoco interna. Anziché avere una ghiera dei tempi c’è una ghiera per correggere l’esposizione con più o meno tre stop, molto più comoda per quando si usa la macchina in priorità di apertura o di tempi.

Qualità delle immagini

La Fujifilm X Half ha una qualità delle immagini prodotte buona, anche se non perfetta. Non è una macchina premium (anche se ha un prezzo elevato di quasi 830 euro, e questo è l’unico problema) ma riesce benissimo a rendere immagini di qualità superiore ai migliori smartphone, con la forza anche delle simulazioni di pellicola di Fujifilm. In pratica: foto nitide, con una resa cromatica piacevole e uno sfocato morbido nei ritratti ravvicinati.

Il “tiro” delle fotografie è vintage, nel senso che la fotocamera elabora in camera i Jpeg e utilizza le 13 simulazioni di pellicola per dargli comunque una sensazione piacevolmente retro. In condizioni di luce ottimale le immagino “spaccano”: vengono fuori nitide e sfruttano molto bene le caratteristiche del sensore da un pollice. L’assenza di Raw impedisce qualsiasi tipo di elaborazione approfondita e la possibilità di “recuperare” errori di esposizione superiori a uno stop.

Gli ISO sono vivaci (con un range 200–12.800) ma andando più su di ISO 1600 la qualità decresce in modo visibile ed emerge molto rumore, mentre i dettagli se ne vanno in cavalleria. Ancora: la mancanza dell’opzione Raw rende impossibile sfruttare la qualità latente di molti scatti magari solo un po’ sfortunati. Inoltre, l’obiettivo fisso equivalente a 32mm (la misura “sacra” buona un po’ per tutto, dal ritratto al panorama all’interno) richiede di averci un po’ di mano, anzi di piedi e sapersi spostare.

La vera limitazione però sono nell’esposizione automatica e nelle impostazioni del dynamic range, che non raggiungono i livelli delle compatte di fascia superiore.

Su strada

Appena la prendi in mano, la Fujifilm X Half risulta subito leggera e piacevole da impugnare. Le dimensioni compatte e il grip migliorato dal rivestimento gommoso la rendono facile da portare anche in tasca o in una piccola borsa. L’accensione è rapida, ma la filosofia “slow” si percepisce da subito: i controlli manuali sono ridotti al minimo e la leva per avanzare il “fotogramma” ti impone di rallentare e pensare prima di scattare.

Scattando in esterno, la fotocamera esalta la sua natura creativa. Le simulazioni di pellicola sono ben integrate e si scelgono intuitivamente dai menu e si vedono nel piccolo display verticale di sinistra; è divertente sperimentare l’effetto grana o quelli più estremi come “Expired Film” o “Light Leak”, che danno carattere alle immagini.

Il mirino galileiano è semplice ma utile in controluce, anche se copre solo il 90% del campo visivo. Il display (piccolino e fisso) è sufficiente per la composizione e la revisione a fine rullino, se si usa il “Film Camera Mode”. Scattare in 2-in-1 richiede solo un movimento della leva: il processo è coinvolgente e rende ogni shooting più ragionato. È un po’ confusivo che a leva cambi funzione a seconda del modo di scatto.

Il primo vero limite si avverte con la messa a fuoco a contrasto: non è fulminea e, su soggetti in rapido movimento o in interni poco illuminati, talvolta fatica. Su soggetti statici funge bene e il riconoscimento volto/occhi è affidabile per selfie e ritratti. La batteria copre almeno una giornata di fotografie “tranquille”: dichiarati oltre 800 scatti, e non è difficile arrivarci, vista la filosofia “slow”.

I Jpeg sono effettivamente molto belli: colori incisivi, simulazioni pellicola che danno look analogico, resa nitida in luce buona e sfocato gradevole. In presenza di luce scarsa però il rumore digitale diventa evidente sopra ISO 1600, e le possibilità di recupero sono nulle (no Raw, ricordate?). È una camera che dà il meglio all’aperto, con luce naturale. Le foto sono perfette per social e piccole stampe istantanee, anche tramite la compatibilità con Instax (non l’abbiamo provata ma abbiamo pensato più volte che sarebbe il complemento perfetto).

Il video, infine, è più una funzione accessoria: solo verticale, solo Full HD e qualità “base”, pensato più per storie e reel che per produzioni complesse. Nella nostra prova ci siamo trovati a scattare più del 95% delle fotografie in verticale, con buona pace di chi ama quelle in modalità panorama.

In conclusione

La Fujifilm X Half offre un’esperienza unica che valorizza il processo fotografico più del risultato tecnico assoluto. Divertente e adatta a chi ama sperimentare, è però limitata per fotografia d’azione, uso professionale o editing spinto.

“Va” molto bene come compagna per uscite creative, scatti urbani e reportage lenti, decisamente meno se servono versatilità o raffinatezza tecnica. L’obiettivo di questa macchina è stimolare la creatività e massimizzare il divertimento, strizzando tutti e due gli occhi alla fotografia analogica. Lo so, è un controsenso all’apparenza ma in realtà funziona ed è molto, molto divertente. Occorre far volare l’emozione.

Per questo secondo noi non è adatta per i “razionalisti” della fotografia, quelli che vogliono una montagna di “tecnica”, e anche per chi ha esigenze professionali o semi professionali, a meno che non la voglia come terzo corpo per gli scatti defatiganti dopo le sessioni digitali “vere”.

Voto: 8

Pro

  • Piacevolissima per “slow photography”, offre un feeling vintage reale e coinvolgente.
  • Si apprezza l’immediatezza del trasferimento degli scatti allo smartphone, pronta per la condivisione social.

Contro

  • Autofocus lento, display piccolo, nessuna opzione per Raw o controlli avanzati.
  • Espressamente “limitata” per stimolare uno scatto meditato, quindi non adatta a chi vuole flessibilità.
  • Il prezzo è oggettivamente alto.

Prezzo di listino ufficiale: 829,99 euro (IVA inclusa)

Disponibile in Nero, Argento, Grigio.

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