Tante volte, da bambini, ci siamo sentiti dire: “Se non ti comporti bene, Babbo Natale non ti porta i regali”. Una frase che fa parte della tradizione familiare e che molti adulti, tra il serio e il faceto, si ritrovano a ripetere oggi ai propri figli. Questa volta però questa piccola leggenda natalizia può diventare ancora più credibile e molto più divertente grazie alla tecnologia: simulando cioè una telefonata con il diretto interessato, sua maestà Babbo Natale in persona. O quasi.
Grazie all’intelligenza artificiale generativa, infatti, è possibile far rispondere un assistente vocale come se fosse il protagonista del Polo Nord con tono affettuoso, stile coerente e una buona dose di spirito natalizio. Bastano pochi secondi, il prompt giusto e l’attivazione della modalità vocale per trasformare un momento della giornata (nel nostro caso, una colazione condita dai soliti capricci) in un piccolo evento magico.
Non è soltanto un modo nuovo per intrattenere i più piccoli, ma anche per stimolarli a riflettere sul proprio comportamento e rendere il clima natalizio ancora più speciale. “Un fake a fin di bene”, come ha detto il nostro Settimio quando gli abbiamo raccontato questa storia.
Naturalmente, come ogni magia ben riuscita, anche questa richiede un pizzico di responsabilità: l’obiettivo infatti non è spaventare o mettere pressione ai bambini bensì costruire un momento giocoso, leggero e positivo. Se usata con sensibilità, l’AI generativa può così diventare un alleato per raccontare storie e dare vita a personaggi amati come quello di Babbo Natale.
L’idea
Gemini, ChatGPT e le altre AI dotate di modalità vocale, tra le altre centinaia di migliaia di capacità, sono in grado di interpretare un personaggio: basta formulare la richiesta giusta e l’assistente risponderà con la voce imitandone lo stile.
L’effetto, soprattutto per i più piccoli, è sorprendente: una voce calda e rassicurante, proveniente da un telefono, che si presenta come Babbo Natale e racconta del Polo Nord, degli elfi e della preparazione dei regali, non rimane più soltanto un sogno dell’infanzia, ma diventa un evento tangibile.

Preparazione
Iniziamo con una precisazione: questo gioco funziona bene con bambini molto piccoli, diciamo tra i 3 e i 5-6 anni, specialmente se non sono bambini abituati alla tecnologia e agli assistenti vocali.
Per una buona riuscita è importante non mostrare lo schermo perché in primo piano non ci sarà l’app del telefono ma quella del chatbot AI, né si udiranno squilli prima che la finta telefonata cominci. Cercate infine di entrare nella parte di chi sta realmente telefonando a Babbo Natale, in modo da rendere il tutto maggiormente credibile.
La modalità vocale
Prima di cominciare dovete preparate l’app impostando una voce sufficientemente verosimile. Nella nostra simulazione abbiamo usato Gemini selezionando Orbit che, tra quelle attualmente disponibili, offre il tono più profondo (ma purtroppo ancora troppo giovanile per poter essere mentalmente associato all’anziano Babbo Natale dalla barba bianca).

Il prompt
Preparate poi il messaggio di partenza scrivendo istruzioni semplici, positive e adatte ai bambini. Ad esempio si potrebbe digitare:
“Subito dopo questo messaggio attiverò la modalità vocale. Fingi di essere Babbo Natale che risponde al telefono e asseconda le mie richieste. Usa un tono gentile, affettuoso e giocoso. Quando ti rivolgi ai bambini, incoraggiali con dolcezza a essere gentili e disponibili. Non usare minacce o toni severi: mantieni sempre un'atmosfera natalizia serena.”
Come funziona
Nel nostro caso abbiamo improvvisato con Gemini: dopo aver inviato il messaggio e letto la risposta affermativa, abbiamo attivato la modalità vocale simulando l’inizio di una conversazione telefonica con Babbo Natale. Si potrebbe ad esempio esordire così:
“Ciao Babbo Natale, scusa se ti disturbo! Oggi Giuseppe e Maria stanno facendo un po' i capricci e non vogliono bere il latte. Ho pensato che forse tu dal Polo Nord potresti parlarci e aiutarli a ritrovare il buon umore!”
Quando finirete di parlare (e non temete di essere interrotti perché nel frattempo i bambini saranno rimasti col fiato sospeso) l’AI vi risponderà con i suoi “Oh, oh, oh!” proprio come ci si aspetterebbe da un Babbo Natale in carne ed ossa.
Durante la finta telefonata, che si svolgerà in vivavoce, potrete anche far intervenire i bambini rendendo il tutto più convincente e personale.
Al termine, ricordatevi di salutare con un ringraziamento e specificate che state per riagganciare, così la chiusura della telefonata apparirà ancora più realistica.
Ultimi consigli
Queste simulazioni funzionano perché l’AI sa creare un’illusione credibile, ma è bene usarla in modo responsabile. Evitare frasi come “se non vi comportate bene non arriveranno regali” aiuta a non far leva sulla paura o sulla pressione psicologica.
Approfittiamo invece di questa tecnologia per far parlare Babbo Natale come figura che incoraggia la gentilezza, la collaborazione e l’impegno, senza mai usare toni punitivi. Le AI non devono sostituire la relazione autentica tra adulti e bambini, ma possono diventare un espediente divertente per alimentare l’immaginazione.
Usata con sensibilità, questa tecnologia permette di trasformare una giornata qualunque in un piccolo evento memorabile. È un esempio concreto di come l’AI possa aggiungere fantasia anziché sostituire qualcosa: una voce speciale che arriva da lontano, per ricordare ai più piccoli l’importanza della gioia, della gentilezza e dello spirito natalizio.
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