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Apple favorita indebitamente per avere il negozio in Grand Central a New York

Apple sarebbe stata privilegiata in maniera inappropriata nella corsa per conquistare lo spazio dove oggi sorge l’Apple Store di Grand Central a New York. Queste, dice il tabloid New York Post, le conclusioni a cui è giunto Thomas Di Napoli, il verificatore che sta analizzando la gestione dell’enorme quantito di proprietà immobiliari dell’MTA, la Metropolitan Transportation Authority, l’azienda dei trasporti pubblici di New York, che gestisce tra l’altro la stazione e gli spazi commerciali che costellano l’atrio della stazione.

Secondo Di Napoli, in particolare, la MTA avrebbe consentito che Apple mettesse sul piatto 5 milioni di dollari in contanti pretendendo che qualche concorrente avanzasse un’offerta superiore entro 30 giorni. L’azienda dei trasporti avrebbe discusso sull’argomento per due anni con Apple prima di stabilire le regole per l’offerta. Infine, dice ancora l’ufficio di Di Napoli, l’MTA avrebbe concesso ad Apple di non pagare alcuna percentuale sul fatturato; dei circa cento esercizi commerciali presenti nella stazione, l’Apple Store è l’unico ad avere questo privilegio che costa decine di milioni di dollari l’anno in fatturato. Tra gli elementi che premiano, invece il lavoro del team che ha portato l’Apple Store alla Grand Central, il no alla pretesa di Apple di essere rimborsata sotto forma di decurtazioni fiscali per il valore di due milioni di dollari pagati per la buonuscita messa nelle mani del proprietario del ristorante Metrazur che occupava lo stesso spazio oggi occupato dal negozio della Mela. In ogni caso secondo Di Napoli «eufemisticamente parlando tutta la gara è stata sbilanciata a favore di Apple»

La MTA ha già replicato a MTA bollando come “di parte» e «contro Apple e la MTA» le opinioni espresse dell’ispettore. «La verifica è priva di riscontri nei fatti e di conseguenza irrilevante. Il processo di assegnazione ad Apple è stato aperto, trasparente e ha seguito lo spirito e la lettera della legge», dice l’azienda.

I responsabili dell’ETA sottolineano che Apple paga 4 volte quel che pagava il ristorante che aveva 12 anni di contratto largamente al di sotto dei valori di mercato, tanto più bassi  anche per un’errata valutazione che aveva portato a concedere all’affittuario benefici pari a 2,4 milioni di dollari. Infine, l’accusa sulla concessione che permette ad Apple di non versare una percentuale del fatturato, viene respinta sostenendo che la presenza di Apple Store permette di raccogliere maggiori profitti da altri esercizi commerciali che vengono beneficiati dalla quantità di clienti convogliati in Grand Central dall’interesse suscitato dal negozio della Mela.

La revisione di Thomas Di Napoli sul processo di concessione dell’affitto del negozio, come accennato, si colloca al centro di una più vasta iniziativa di analisi sulla gestione delle proprietà immobiliari della MTA dalla quale sarebbero emersa una generale mediocre gestione con tenuta conto imprecisa e centinaia di locali sfitti.

apple store grand central

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