È noto che il peggior concorrente di Apple in Cina, un concorrente molto pericoloso che ormai non si limita ad inseguire, è Huawei. Ma se qualcuno non l’avesse capito, farebbe bene a leggere le specifiche del nuovo Pura 80 Ultra.
Lo smartphone, presentato oggi, è impressionante, almeno sulla carta: fotocamere avanzatissime, ricarica da 100W, componenti tutti cinesi e chip proprietario, un condensato di tecnologie avanzate che difficilmente si trovano tutte insieme su un unico dispositivo.
Al centro c’è la fotografia, da anni il terreno su cui si gioca la competizione tra smartphone di fascia alta, e Huawei torna ad alzare la voce con una soluzione unica nel suo genere. Il fiore all’occhiello è il nuovo sistema teleobiettivo doppio su un solo sensore che adotta una tecnologia mai vista.
Due lenti, un solo sensore: come funziona
Le due lenti fisse, affiancate, condividono lo stesso sensore fotografico e lo stesso periscopio interno. Nel dettaglio, le due lenti (una da 3.7x, l’altra da 9.4x) sono posizionate fianco a fianco nel modulo posteriore. Quando l’utente passa da uno zoom all’altro, non cambia il sensore né il blocco ottico, ma entra in azione un piccolo prisma mobile. Questo prisma, ruotando, dirige la luce verso una delle due lenti e da lì verso il sensore. Il sensore è sempre lo stesso, ed è da 50 MP.
Il vantaggio è doppio. Il Pura 80 Ultra guadagna in spazio: invece di duplicare periscopi e sensori (come fa ad esempio Samsung per i suoi moduli 3x e 10x), Huawei ottimizza lo spazio interno e mantiene il telefono più compatto. Ma c’è un vantaggio anche in qualità: usando lo stesso sensore grande per entrambe le focali, si ottiene uno zoom più uniforme, senza salti di resa tra uno step e l’altro.
C’è però una conseguenza tecnica: quando si passa alla lente più lunga, la risoluzione effettiva scende da 50 a 12,5 MP. Questo accade perché il sistema sfrutta solo una porzione del sensore (un crop) per gestire il maggiore ingrandimento, oppure applica un binning per ridurre il rumore.
In ogni caso, la resa è superiore rispetto agli zoom ibridi digitali e rappresenta una delle soluzioni ottiche più raffinate mai viste su smartphone.
Prestazioni e autonomia: la filiera è tutta cinese
Anche sotto la scocca, il Pura 80 Ultra è pensato per competere ad armi pari — se non superare — i modelli di punta occidentali. Huawei non ha specificato il chip ufficialmente, ma è ormai certo che si tratti del Kirin 9020, un processore progettato internamente dal colosso cinese e prodotto da SMIC, azienda nazionale che ha raggiunto i 7 nm nonostante le sanzioni statunitensi.
Il Kirin 9020 offre un salto prestazionale importante rispetto alla generazione precedente, con un miglioramento fino al 36% nella gestione dei carichi misti. Il processore è affiancato da 16 GB di RAM e fino a 1 TB di memoria interna, numeri che collocano il dispositivo nella fascia più alta anche in prospettiva.
La batteria è da 5.700 mAh, con ricarica cablata a 100W e wireless a 80W, prestazioni superiori a quelle dell’iPhone 16 Pro Max. Il sistema operativo è HarmonyOS 5.1, una piattaforma autonoma e sempre più matura, costruita da Huawei per liberarsi definitivamente dalla dipendenza da Android e dai servizi Google.
La gamma completa Huawei Pura 80
Il Pura 80 Ultra è il modello di punta, ma Huawei ha lanciato in Cina un’intera linea composta da quattro smartphone che condividono lo stesso linguaggio estetico e una base tecnica comune, differenziandosi però in modo netto per dimensioni, comparto fotografico, dotazione di memoria e funzionalità speciali.
Alla base c’è il Pura 80, il più compatto grazie al display piatto da 6,6 pollici, che non è ancora stato messo in vendita e del quale Huawei non ha comunicato il prezzo. Poco sopra si colloca il Pura 80 Pro, che monta uno schermo curvo da 6,8 pollici e un sistema fotografico avanzato con teleobiettivo da 48 megapixel: in Cina parte da circa 835 euro per la versione da 256 GB e arriva a 965 euro nella configurazione da 1 TB, con un prezzo medio che si aggira attorno ai 900 euro.
Il Pura 80 Pro+ aggiunge 16 GB di RAM e la doppia connettività satellitare (Beidou e Tiantong), mantenendo lo stesso display e le stesse fotocamere del Pro. Il prezzo oscilla tra 1.030 e 1.160 euro, con una media stimata di circa 1.095 euro.
In cima alla gamma c’è il Pura 80 Ultra, il dispositivo con cui Huawei ha deciso di mostrare tutto il potenziale della sua tecnologia: doppio teleobiettivo su un unico sensore, fotocamera principale da un pollice, 16 GB di RAM e fino a 1 TB di memoria interna. Il prezzo, in Cina, parte da 1.290 euro e può arrivare a 1.420 euro, a seconda della configurazione scelta.

Un dispositivo, molti messaggi
Il Huawei Pura, particolarmente Pura 80 Ultra è la dimostrazione che la Cina può produrre in casa ogni componente di un dispositivo di fascia alta, dal chip alla fotocamera, dal sistema operativo alla filiera produttiva. Ma è anche una risposta esplicita a un clima internazionale segnato da tensioni, dazi e diffidenza reciproca. In questo scenario, Apple continua a perdere terreno in Cina, non solo per ragioni economiche ma anche culturali.
Huawei, intercetta così una domanda di autonomia, orgoglio e controllo, e lo fa con un prodotto che — almeno sulla carta — non ha nulla da invidiare all’iPhone 16 Pro Max. Il messaggio è chiaro: la Cina non solo è autonoma, ma può anche guidare l’innovazione, soprattutto in settori chiave come la fotografia mobile, la ricarica e l’efficienza energetica.
Il Pura 80 Ultra, venduto solo in Cina, non sfiderà Apple sui mercati internazionali. Ma è proprio in patria che si gioca la partita più significativa. E Huawei, con questo telefono, ha messo giù una carta pesante.



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