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I Mac vendono bene, ma l’orizzonte è fosco

Il mercato del Mac va bene, ma l’orizzonte non tranquillizza Apple. È quanto emerge dal rapporto preliminare sulle vendite elaborato da IDC per il secondo trimestre 2025.

In uno scenario ancora dominato da Lenovo (24,8% di quota), HP (20,7%) e Dell (14,3%), Apple ha venduto 6,2 milioni di Mac, raggiungendo il 9,1% di quota. Si tratta di un risultato importante rispetto ai 5,1 milioni di unità e all’8% di market share del primo trimestre 2024, per una crescita annuale dell’8%.

Apple può quindi essere soddisfatta, ma negli Stati Uniti inizia a pesare l’incognita dei dazi sulle importazioni: la domanda di PC rallenta e diversi produttori sono incerti su come muoversi, in vista della scadenza imposta dall’amministrazione Trump per raggiungere un nuovo accordo commerciale.

Cupertino potrebbe essere tra le aziende più colpite. Tutti i suoi prodotti sono costruiti in nazioni dove le tariffe saranno applicate, spesso con percentuali molto elevate. È il caso della Thailandia, i cui prodotti saranno colpiti da un dazio del 36%. In quel Paese, oltre agli Apple Watch, vengono assemblati alcuni Mac, come i Mac Pro. Più recentemente erano state previste nel Paese anche linee produttive Quanta per i MacBook.

Le vendite Mac viaggiano a gonfie vele - macitynet.it
Immagine di IDC

Paradossalmente, potrebbe essere proprio il tema dei dazi a sostenere la ripresa. Lo suggerisce anche IDC: “La crescita in un mercato così indeterminato sembra strana, ma vari fattori in gioco sostengono lo slancio”, spiega Ryan Reith, vice presidente del gruppo responsabile Worldwide Device Trackers di IDC. “Dal lato dell’industria, il settore sta facendo il possibile per navigare tra le incognite: tutti vogliono restare vigili e non perdere opportunità, ma allo stesso tempo è rischioso accumulare inventari, considerando il forte sell-in del primo semestre.

La preoccupazione maggiore riguarda la domanda attesa per il terzo trimestre e oltre. Gli aumenti dei prezzi saranno probabilmente distribuiti nel tempo e nelle diverse aree geografiche, in base alle strategie dei vendor. Questo potrebbe spingere molte aziende ad avviare promozioni mirate per liberare i magazzini, una scelta che può sembrare controcorrente in un contesto dove ci si aspetta un rialzo dei prezzi legato ai dazi”.

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