I rapporti tra Apple e l’Unione europea non sono sempre ottimali e, dopo il terremoto che ha portato alle numerose aperture da parte di Apple, la multinazionale di Cupertino è nuovamente impegnata in negoziati dell’ultima ora con le autorità regolatorie UE, proprio nel tentativo di scongiurare — o quantomeno posticipare — una nuova ondata di sanzioni finanziarie per presunta non conformità di App Store al Digital Markets Act (DMA).
Apple è sotto la crescente pressione per modificare in modo sostanziale le politiche dell’App Store nel mercato UE, che a quanto pare non hanno affatto soddisfatto i regolatori, che hanno già inflitto ad inizio anno una multa da 500 milioni di euro. La sanzione era legata alla pratica, vietata dal DMA, di impedire agli sviluppatori di reindirizzare gli utenti verso opzioni di acquisto esterne al sistema di pagamento in-app di Apple, una strategia definita dagli organismi di vigilanza come “anti-steering”.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, Apple sta preparando nuove concessioni da presentare prima della scadenza di giovedì 26 giugno. Dopo quella data, la Commissione Europea avrà facoltà di imporre sanzioni giornaliere progressive, che potrebbero arrivare fino al 5% del fatturato medio globale dell’azienda. Considerando i ricavi registrati da Apple nel 2023 — pari a 383 miliardi di dollari — le multe giornaliere potrebbero superare i 50 milioni di dollari.
Nuove aperture Apple
Le concessioni attese in UE riguarderebbero principalmente le regole sul cosiddetto steering, ovvero l’obbligo per gli sviluppatori di utilizzare il sistema di pagamento di Apple, con il divieto di indirizzare gli utenti verso piattaforme di acquisto esterne. Le nuove proposte potrebbero introdurre un allentamento di queste restrizioni, anche se non è ancora chiaro esattamente cosa Apple voglia proporre.
La casa di Cupertino ha già apportato alcune modifiche in tal senso con l’aggiornamento a iOS 17.4, rilasciato a marzo, che ha introdotto un nuovo framework per consentire la distribuzione di app tramite store alternativi e l’utilizzo di metodi di pagamento differenti da quello integrato.
Tuttavia, la Commissione Europea e alcuni importanti sviluppatori hanno giudicato insufficienti questi cambiamenti rispetto ai requisiti del DMA. Particolare attenzione è stata riservata al Core Technology Fee (CTF), ossia al costo di 0,50 euro per installazione annuale sulle app distribuite fuori dall’App Store, una volta superata la soglia di un milione di download. Anche questo aspetto, secondo le fonti citate dal Financial Times, sarebbe al centro delle trattative in corso tra Apple e Bruxelles.
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