Da mesi si registra una domanda senza precedenti di memorie RAM destinate al settore delle intelligenze artificiali. In poco tempo i prezzi di memorie, comprese quelle usate per le unità di archiviazione SSD, sono aumentati moltissimo, in alcuni casi anche triplicati o quadruplicati, e gli analisti prevedono conseguenze non solo per quanto riguarda i computer in generale ma anche smartphone, tablet, console, ecc.
Varie aziende (es. Dell e Lenovo) hanno già fatto sapere di aumenti in arrivo per vari prodotti e l’unica che finora non sembra apparentemente risentire del problema è Apple. La Casa di Cupertino ha finora avuto il vantaggio di grandi contratti stipulati a suo tempo con produttori e fornitori vari gli accordi che hanno permesso di ammassare grandi quantità di componenti stanno per scadere e questa volta Apple non ha il coltello dalla parte del manico.
Il settore delle memorie RAM è monopolizzato sostanzialmente da tre aziende: SK Hynix, Samsung (entrambe della Corea del Sud) e Micron (Stati Uniti) che insieme vantano un market share del 90%. Micron ha deciso di non produrre più memorie destinate al pubblico in generale (quelle distribuite finora con il marchio Crucial) ma offrirle solo ai grandi data center che fanno funzionare i sistemi di intelligenza artificiale.
I possibili fornitori per Apple si assottigliano. Samsung Electronics a quanto pare ha problemi persino a fornire memorie alla divisione mobile per i suoi smartphone e le aziende coreane sono ora in posizione di forza. Senza il coltello dalla parte del manico, Apple non può, come normalmente fa, rinegoziare i contratti in virtù dei grandi numeri garantiti, ed è probabile che sarà anch’essa costretta ad aumentare i prezzi.
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L’analista conosciuto con lo pseudonimo @jukan05 non usa mezzi termini: a suo modo di vedere i prezzi attuali sono probabilmente i migliori che vedremo per molto tempo. Una constatazione senza appello, indicazione che suona quasi come un avvertimento ai consumatori: comprate memorie e unità SSD ora prima che sia tardi e i prezzi schizzeranno alle stelle.
What I find hard to understand is that the sell-side and the market are significantly overestimating Apple's supply chain management capabilities.
In my view, Apple is also likely to take a significant hit from this memory price surge. The LTAs (Long-Term Agreements) that Apple…
— Jukan ✈️Semicon Japan (@jukan05) December 13, 2025
Memoria unificata e altri punti di forza di Apple
Apple ha qualcosa che molti altri non possono permettersi: una colossale liquidità e l’integrazione verticale con i chip domestici, inclusa la possibilità di sfruttare il chip-modem 5G integrato nei SoC, elemento che potrebbe far risparmiare una decina dollari complessivi a chip, ammortizzando alcuni costi complessivi ma tutto questo potrebbe non essere sufficiente a far fronte all’impennata dei prezzi, con conseguenze per i futuri MacBook entry level, i MacBook Pro con chip M6, gli iPhone 18 e l’iPhone pieghevole (sempre ammesso che vedrà la luce). Se avete intenzione di comprare qualcosa (computer, telefoni, smartphone, ecc9), il consiglio è di farlo ora: il primo semestre 2026 potrebbe essere significativamente più salato del previsto. L’IA promette meraviglie ma tutto questo ha un costo e questo costo lo pagano gli utenti.

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