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OpenAI si ristruttura per evitare lo scontro con Elon Musk

OpenAI prova a depotenziare lo scontro con Musk e a ridurre il potenziale della battaglia legale che sta per prendere velocità, abbandonando l’idea di trasformarsi completamente in una società for-profit. È questo il succo della mossa che è stata annunciata ieri dal presidente del consiglio di amministrazione che controlla ChatGPT, Bret Taylor.

Pressioni istituzionali e rischio stop alla ristrutturazione

L’azione giunge nel solco della necessità di passare ad una ristrutturazione che sarebbe probabilmente stata bloccata dai Procuratori Generali, che stanno supervisionando il caso ascoltando la posizione di Elon Musk, Meta, dipendenti vari, accademici e altri ancora che avevano lamentato l’orientamento di OpenAI, diventata nel tempo meno aperta e più orientata al profitto.

Musk, primo bersaglio della mossa di OpenAI

Ma è proprio Musk il primo nemico che si prova a fermare con l’abbandono del proposito di diventare azienda profit. Il tycoon americano ha contribuito alla nascita di OpenAI nel 2015, e sta da tempo portando avanti una battaglia legale contro il tentativo di impedire all’azienda di passare a una struttura a scopo di lucro. Era arrivato a mettere sul tavolo 97,4 miliardi di dollari, offerta respinta da OpenAI, con il CEO di OpenAI, Sam Altman che aveva anzi rilanciato, affermando di essere pronto a comprare X per X per 9,74 miliardi.

ChatGPT, via il CEO Sam Altman

Steve Jennings/Getty Images for TechCrunch (da Wikipedia) TechCrunch, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Una nuova struttura, ma il controllo resta al no-profit

Con la struttura che stiamo prendendo in considerazione, l’organizzazione no profit manterrà il controllo di OpenAI“, riferisce Bret Taylor, spiegando che la società a responsabilità limitata sarà convertita in una società di pubblica utilità. “Così facendo modificheremo la sua struttura azionaria in modo che investitori e dipendenti possano detenere quote nella società di pubblica utilità”.

OpenAI è stata fondata nel 2015 come no profit con la mission di costruire un’intelligenza artificiale in grado di portare benefici all’umanità; nel 2019 è stata creata una divisione for profit e a dicembre dello scorso anno era stata annunciata l’intenzione di trasformarsi in società di pubblica utilità, mantenendo la divisione no profit che avrebbe controllato alcune quote. Il piano ha scatenato critiche a partire da Musk, dipendenti e altri ancora che avevano scritto ai procuratori di Delaware e California per chiedere di bocciare l’iniziativa, paventando rischi per la sicurezza.

Una vittoria tattica, ma lo scontro è solo rimandato

La decisione di mantenere la fondazione no-profit al comando è vista da molti come una vittoria tattica di Altman, che riesce a tranquillizzare autorità e opinione pubblica senza rinunciare del tutto a capitali e struttura commerciale.

Resta da vedere se Elon Musk accetterà questa ristrutturazione come una soluzione valida o se rilancerà la sua offensiva legale. La trasformazione di OpenAI in una società di pubblica utilità potrebbe depotenziale alcune delle ragioni dell’attacco, ma il controllo reale sulla tecnologia e sulla direzione futura dell’intelligenza artificiale resta al centro del conflitto. Lo scontro con Musk di fatto è stato solo rimandato.

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