Google sembra respingere le dichiarazioni di Eddy Cue, il Senior Vice President Services di Apple che nel corso della sua testimonianza nel maxi-processo antitrust intentato dal Dipartimento di Giustizia americano contro Big G, ha parlato di un declino nelle ricerche su Google da Safari.
Google smentisce il calo delle ricerche e anzi, afferma che vi è stato un incremento nelle query di ricerca che arrivano da dispositivi Apple e altre piattaforme.
“Continuiamo a vedere una crescita globale nelle query in Search”, scrive Google, “incluso un incremento nelle query che arrivano da dispositivi Apple e altre piattaforme. Più in generale, mentre continuiamo a migliorare Search con nuove funzionalità, le persone comprendono che Google Search è utile per molte delle loro query – e vi accedono per nuove cose e in nuovi modi, sia da browser, dall’app Google, usando la loro voce o con Google Lens”.
Pochi giorni addietro Google ha affermato che l’intelligenza artificiale sta liberando tutto il potenziale della Ricerca di Google, rendendola “più semplice da esplorare e più multimodale” e che si sta trasformando in un motore ancora più utile per la ricerca e il processo decisionale, con risposte potenziate dall’AI in AI Overviews e la possibilità di cercare ciò che si vede con Google Lens.
“Google sta andando oltre la semplice risposta alle richieste degli utenti anche per le domande più complesse e articolate, per prevedere ciò di cui potrebbero avere bisogno in futuro”, scrive Big G riferendo di “una nuova suite di funzionalità” AI specifiche per la Ricerca.

Il Senior Vice President di Apple aveva spiegato che la Mela è attivamente impegnata nel migliorare Safari, e che il focus è ora su funzionalità AI, scelta che potrebbero portare a dire addio all’accordo che porta nelle casse di Apple 20 miliardi di dollari l’anno grazie alle ricerche di Google, proposto come motore di ricerca di default in Safari.
Cue ha riferito che fornitori di servizi di ricerca AI quali OpenAI, Perplexity e Anthropic potrebbero sostituire i tradizionali motori di ricerca. Di certo è che tutti i big del settore, Google inclusa, sono impegnate a fornire funzionalità AI, comprensive di esperienze di ricerca in continua evoluzione, con modalità che in precedenza non esistevano e che potrebbero rendere superflua le tradizionali query dai motori di ricerca, con risultati classificati in modo automatico in base a formule statistico-matematiche che ne indichino il grado di rilevanza data una determinata chiave di ricerca.











