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Zuckerberg spiega il perché di Oculus Quest Pro

Si può pensare che Facebook non si preoccupi molto dei visori VR per PC di fascia alta. L’idea è giustificata dal fatto che l’azienda ha appena decretato senza tante cerimonie la fine del suo visore Rift S, lasciando il Quest 2 come unico prodotto VR attuale nella linea. Con l’ aggiunta di Air Link , che consente ai proprietari di Quest 2 di riprodurre in streaming in modalità wireless la realtà virtuale dai PC, non sembra esserci un bisogno immediato di un vero auricolare per PC Oculus. In realtà, si scopre che la società sta effettivamente lavorando su un visore VR più potente, il Quest Pro, secondo il vicepresidente di Facebook Andrew Bosworth e il consulente tecnico John Carmack.

Ora, in un’intervista con Scott Stein di CNET, Mark Zuckerberg offre i suoi pensieri su cosa potrebbe effettivamente essere un Quest Pro:

Questo [Quest Pro] è sicuramente qualcosa su cui stiamo lavorando. Fondamentalmente, avere un’esperienza di realtà virtuale di fascia alta

Questo, spiega Zuckerberg si può ottenere collegando il visore a un PC, ma farlo al momento sarebbe un compromesso troppo grande per l’esperienza VR complessiva.

Ecco perché la società punta a un Quest Pro, piuttosto che a un “Rift Pro” cablato. La tecnologia Air Link dell’azienda ha dimostrato di poter far funzionare la realtà virtuale senza fili su un auricolare di livello consumer, quindi non sembra un enorme salto se Facebook volesse renderlo ancora più praticabile per gli utenti professionali.

Zuckerberg spiega il perché di Oculus Quest “Pro”

Zuckerberg prosegue sottolineando che ci sono altri elementi che potrebbero entrare in un Quest Pro, inclusi sensori e funzionalità aggiuntivi per renderlo utile per attività oltre il gioco. Ciò potrebbe significare la tecnologia di tracciamento degli occhi e del viso incorporata, di cui l’azienda discute da anni. Con l’eye tracking, Quest Pro potrebbe indicare al computer l’oggetto esatto che si sta guardando, il che potrebbe concentrare il rendering grafico e abilitare nuove interazioni VR.

Il rilevamento dei volti, inoltre, potrebbe migliorare seriamente le app di chat virtuale catturando direttamente i movimenti della bocca. È come la differenza tra chattare con un personaggio animato dalla Pixar e uno che sembra provenire da una PlayStation 2. Questo è qualcosa che HTC Vive sta esplorando da tempo, anche con il suo nuovo accessorio Facial Tracker. Inoltre, Facebook ha recentemente mostrato dispositivi AR da polso, che potrebbero presumibilmente portare un nuovo set di sensori all’esperienza VR.

Se si considera quanto successo abbia avuto HTC Vive con i suoi dispositivi Pro, non è nemmeno così difficile immaginare che Facebook voglia rivolgersi a utenti di fascia alta e mercati aziendali.

Quest 2 è già un dispositivo consumer di grande successo, ma ci sono molte persone là fuori disposte a pagare molto di più per hardware di gran lunga più capace. Non aspettarti un Quest Pro in qualunque momento presto

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