Viviamo in un’epoca di fratture profonde e trasformazioni radicali che ridisegnano continuamente gli equilibri del pianeta. Guerre che sembravano appartenere al passato tornano a devastare l’Europa, tensioni geopolitiche crescenti minacciano di trascinare il mondo verso nuovi conflitti, mentre le democrazie occidentali si trovano sotto pressione sia dall’esterno che dall’interno. Nel frattempo, l’Asia emerge come la nuova frontiera del futuro, l’intelligenza artificiale rivoluziona il modo di combattere, e i populismi sfidano le certezze che sembravano consolidate.
Per orientarsi in questo labirinto di crisi interconnesse serve più che mai la bussola della conoscenza. I migliori giornalisti, storici e analisti del nostro tempo ci offrono le chiavi di lettura indispensabili per decifrare un presente complesso e immaginare i possibili scenari futuri. Dalle radici storiche dei conflitti contemporanei alle nuove forme di guerra tecnologica, dalle dinamiche che governano i rapporti tra superpotenze alle trasformazioni culturali che attraversano continenti interi: ecco la lista di Macity con i libri che raccontano il nostro tempo senza sconti né illusioni, ma con la lucidità necessaria per capire dove stiamo andando. Buona lettura.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Nuove armi nuove guerre. Dalla bomba atomica all’intelligenza artificiale, come stanno cambiando i conflitti oggi
Ancora una volta Internazionale ci racconta, grazie ai migliori giornalisti del pianeta, dov’è il punto di crisi.
In che modo armi e guerre si sostengono a vicenda? E quali sono gli strumenti e le tecnologie che oggi stanno cambiando il modo di combattere e uccidere? È da queste domande che nasce “Nuove armi nuove guerre”, il quinto volume della collana Parole chiave nata dalla collaborazione tra BUR Rizzoli e la rivista Internazionale.
Attraverso articoli e reportage di grandi testate internazionali – dal New York Times a Le Monde, dal Financial Times a Foreign Affairs, dal Guardian al New Yorker – gli approfondimenti presenti nel libro indagano in che modo le grandi potenze stanno investendo in difesa e riarmo nucleare, cosa sta accadendo al mercato delle armi nel mondo, come le aziende della Silicon Valley e miliardari come Elon Musk stanno spostando i propri investimenti verso le tecnologie di controllo e difesa, in che misura droni e intelligenza artificiale stanno assumendo un ruolo sempre più preponderante nei nuovi conflitti, e che conseguenze ha tutto questo nei teatri di guerra più complessi, dall’Ucraina al Medio Oriente.
Un volume ricco di approfondimenti e storie concrete, uno strumento autorevole per comprendere la geopolitica e le guerre in corso sul pianeta dalla prospettiva inedita delle armi usate per combatterle.
Destinati alla guerra. Possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide
La geopolitica più importante per il nostro tempo: capire cosa succede tra Usa e Cina. Qual è la soglia oltre la quale un conflitto diventa inevitabile? Nello scenario politico-economico contemporaneo, Cina e Stati Uniti sembrano proiettati verso una guerra che nessuno dei due vuole. Il motivo è la trappola di Tucidide: quando una potenza emergente minaccia di spodestare quella dominante, il risultato più plausibile è la guerra. Questa è la dinamica che scandisce da sempre la storia. A proposito della guerra del Peloponneso, che devastò l’antica Grecia, lo storico Tucidide spiegò che furono l’ascesa di Atene e la paura che la sua scalata instillò in Sparta a rendere la guerra inevitabile. Da cinquecento anni a questa parte tali condizioni si sono ripresentate sedici volte. E in dodici casi hanno portato a una conclusione violenta. Nel diciassettesimo caso, l’irresistibile avanzata della Cina rischia di entrare in collisione con un’America inamovibile.
Sia Xi Jinping che Donald Trump promettono di “far tornare grandi” i loro paesi. Ma a meno che la Cina non sia disposta a moderare le proprie ambizioni, o Washington non accetti di condividere il primato nel Pacifico, una guerra commerciale, un cyber-attacco o un incidente in mare potrebbero essere la scintilla che farà esplodere un altro grande conflitto.
In questo libro il professore emerito di Harvard Graham Allison indaga le diverse sfaccettature della contesa tra Stati Uniti e Cina attraverso la lente della trappola di Tucidide, Allison mostra come in passato una prudente e ingegnosa arte di governo sia riuscita a evitare la guerra, e quali dolorosi passi siano oggi necessari per evitare il disastro.
Next Generation EU. Il futuro di Europa e Italia dopo la pandemia
Cosa ne sarà del nostro Paese e del contesto in cui vive, cioè l’Unione europea? Nei prossimi anni il bilancio pluriennale dell’Unione europea (UE) sarà affiancato da Next Generation EU, uno strumento da quasi 800 miliardi di euro, ideato per rispondere ai devastanti danni socio-economici causati dalla pandemia Covid-19. Ma come funziona esattamente? Qual è la sua struttura giuridica, quali i suoi meccanismi di finanziamento e spesa? Che impatto avrà sulle riforme dell’Italia e sullo sviluppo dell’UE nel suo insieme?
Nel rispondere a queste domande, il libro contestualizza l’inedita scelta politica di consentire alla Commissione europea di emettere debito europeo: un’iniziativa senza precedenti, che apre alla possibilità di completare l’Unione economica e monetaria con una vera capacità fiscale e di bilancio e, di conseguenza, a un rilancio epocale del progetto d’integrazione politica che fino a pochi anni fa veniva dipinto in crisi.
L’impero diviso. Dal comunismo al nazionalismo le due Europe dalla caduta del Muro a oggi
Un libro chiave per capire il cambiamento politico in corso in Europa raccontato da due grandi giornalisti. Come il benessere ha impedito all’Occidente di vedere dieci anni fa l’arrivo di una profonda crisi finanziaria, così oggi sembra che un lungo periodo di pace abbia cancellato la memoria delle tragedie del Novecento e i sacrifici per la democrazia.
In queste pagine Federico Fubini e Ivan Krastev riflettono sul grande rischio che corre quell’impero diviso che è oggi l’Unione europea: spaccato fra ricchi e poveri, fra sicuri e insicuri, orientali e occidentali, meridionali e nordici. A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, che archiviava il socialismo reale, una nuova guerra fredda sembra spaccare il Continente, tra centro e periferia, esacerbata dal risentimento sovranista.
Una frattura che emerge in queste pagine attraverso una disamina impietosa di una larga schiera politica e intellettuale che ha sottovalutato i problemi dell’adozione di un unico modello vincente, quello tedesco e dell’Europa di maggior successo, da parte delle regioni più arretrate. Il nazionalismo si nutre anche di complessi d’inferiorità e voglia di rivincita. La posta in gioco, ora più che mai, sono la tolleranza, la tenuta della democrazia e delle libertà economiche che avrebbero dovuto garantire il progresso per tutti in questo secolo.
Krastev e Fubini presentano un bilancio della nostra storia contemporanea, che diventa riflessione sui tempi che ci attendono nell’età dei populismi.
Dizionario politicamente scorretto. Dalla cancel culture a Donald Trump
Torna la penna graffiante di Filippo Facci, uno dei più brillanti giornalisti indipendenti in circolazione. La battaglia contro il conformismo è un compito infinito per chi si batte per la libertà di pensiero. E una tale libertà passa, inevitabilmente, per quella di poter parlare.
Se certe cose non si possono dire è impossibile anche pensarle. Così la censura della parola diviene polizia del pensiero, ma chi controlla il pensiero controlla e modifica la realtà. In questo libro anomalo, costruito come un vero e proprio dizionario, Filippo Facci ci consegna un campionario di vocaboli ed espressioni che ci siamo abituati a utilizzare e che sono entrati nelle nostre teste attraverso la nostra bocca, quasi senza accorgercene. Tali parole, sottili e impalpabili come sono tutti i suoni, hanno dato un nuovo volto al nostro mondo. Ed è un volto tutt’altro che rassicurante.
A questo nuovo linguaggio, Facci affianca i termini e i concetti che sono diventati indicibili, impronunciabili, che ci vergogniamo persino di pensare, pur essendo parte costitutiva della realtà che viviamo. Una realtà che spesso rifiutiamo nelle sue declinazioni oggettive e biologiche, e che cerchiamo di plasmare attraverso lo stravolgimento del linguaggio.
Dal dizionario emerge un ritratto deformato, e proprio per questo fedelissimo, del nostro mondo ricostruito e disvelato attraverso quelle stesse parole che sono, da sempre, un’arma a doppio taglio: capace di generare libertà, così come di cancellarla. Ecco perché è indispensabile capire le parole, spesso interamente distorte, anche e soprattutto quando non ci piacciono.
Il gioco del potere
Federico Rampini continua a raccontarci l’attualità internazionale, questa volta con la fiction. Nel 2027 il mondo è sull’orlo di una guerra: la Cina stringe d’assedio Taiwan e gli Stati Uniti preparano una risposta. Nel cuore di questo scontro planetario, un’azienda italiana diventa una preda ambitissima: NaviTech, leader nella produzione di microchip avanzati, possiede segreti industriali che potrebbero cambiare i destini del mondo. E tutti li vogliono.
Ma quella tra Cina e Stati Uniti non è l’unica guerra che l’azienda dovrà affrontare. Ottavio De Luca, il visionario fondatore, non ha mai designato un erede. Si prepara quindi una violenta lotta per la successione. La favorita sembra essere la figlia maggiore, Caterina, che ha affiancato Ottavio per tutta la vita, con ottimi risultati. Ma il nipote, Stefano, l’attuale CEO, è disposto a tutto pur di mantenere il potere. Di certo nessuno darebbe credito al figlio minore, Gregorio, considerato da sempre la pecora nera, che per uscire dall’ombra del padre si è trasferito a New York e ha inseguito il sogno di diventare fotografo.
La sua carriera, però, non è mai decollata e, con l’avvicinarsi dei quarant’anni, il peso del fallimento accende in lui un desiderio di riscatto. Federico e Jacopo Rampini scrivono un romanzo in cui le grandi questioni geopolitiche si intrecciano con le relazioni familiari. Un thriller dal ritmo serrato, in cui l’innovazione tecnologica può determinare le sorti del pianeta, ma anche la storia di un padre e di un figlio, divisi da incomprensioni e silenzi, che nel caos degli eventi troveranno un modo per riavvicinarsi.
Al centro, lo spietato gioco del potere, in cui le alleanze si spezzano, i principi si piegano e la lealtà si vende al miglior offerente. L’unica regola è vincere.
Fiamme dal passato. Dalle braci del Novecento alle guerre di oggi
Prima ancora che un giornalista, uno storico. Se spiegassimo su un grande tavolo una mappa del mondo di oggi, saremmo costretti a indicare due grandi aree di crisi a noi molto vicine: una coprirebbe il territorio (già smembrato) dell’Ucraina vittima dell’aggressione russa del febbraio 2022; l’altra coinciderebbe con la striscia di Gaza, oggetto della rappresaglia israeliana dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Per segnalare questi tremendi conflitti utilizzeremmo d’istinto un simbolo chiarissimo e autospiegante, una fiamma che divampa. È da un passaggio, un’associazione apparentemente così semplice che Paolo Mieli prende avvio in questo suo nuovo, avvincente volume: gli incendi che stanno minando la stabilità dell’Occidente sono stati in molti casi innescati da scintille che covano sotto le ceneri del secolo scorso.
E così, ripercorrendo eventi chiave ed esemplari delle tre disastrose dittature del Novecento, quella nazista, quella fascista, quella comunista, Mieli interviene con precisione nel dibattito storico contemporaneo, inquadrando sotto la lente del grande narratore le matrici (le braci, per restare nella semantica del fuoco) da cui le violente storture di oggi hanno avuto origine.
Una rassegna completa che dalla Berlino degli anni Quaranta, quella di Hitler e Goebbels, arriva all’Italia di D’Annunzio e Mussolini; che spazia dai carri armati sovietici a Budapest alle illusioni di Mao.
In apertura e in chiusura del libro, due lunghi saggi dedicati a Kiev e Gaza, alle guerre in corso, ai roghi più violenti che il nuovo millennio ha conosciuto (56 conflitti attivi, nel 2024). Un approccio storico «in presa diretta» che ci obbliga a confrontarci con i rischi che corriamo, con le soluzioni che, se individuate, sembrano impercorribili, con speranze di pace frustrate e deluse.
Come sarà l’Asia, come saremo noi
Forse l’unico giornalista italiano e uno dei pochi europei a conoscere davvero l’Asia e la Cina in particolare. Carne coltivata e cocktail di meduse, Big Data e intelligenza artificiale, aziende milionarie e sorveglianza, chirurgia da remoto e chip neurali, leggi anti fake news e deepfake.
L’Asia è ormai una potenza demografica, economica, culturale e militare, che cresce a un ritmo serrato e dove ciò che accade spesso è soltanto un’anticipazione di quel che accadrà nelle nostre società occidentali.
D’altronde, osserva Simone Pieranni, oggi in Asia si stanno discutendo, affrontando, e in alcuni casi risolvendo, temi e problemi di cui da tempo si dibatte anche da noi. Cosa mangeremo in futuro? Come garantiremo sostenibilità e vivibilità alle nostre città? In che modo si evolvono i diritti e le idee sulla famiglia, o in che modo quei diritti svaniscono, vacillano o vengono eliminati?
E ancora: in che direzione si muovono il lavoro, l’informazione, l’intelligenza artificiale? Sullo sfondo, poi, la questione del cambiamento climatico, all’ordine del giorno a livello mondiale ma che in Asia, in particolare, è una priorità. Non è detto che il futuro asiatico debba essere il nostro, anzi. Ma superare quella «visione ferma nel tempo» che l’Occidente ha nei confronti dell’Asia, e che spesso distingue poco tra paese e paese, è un passo necessario.
Spaziando dall’ordinata Singapore al Myanmar dei militari e alla Malaysia, dal Vietnam in pieno boom alla Cambogia, dalla Cina all’India al Giappone, e ancora, tra gli altri paesi, alle Filippine, a Taiwan e alle due Coree, Pieranni offre dunque uno sguardo approfondito su un continente che, tra conflitti sociali, novità tecnologiche e tendenze culturali, ci aiuta a immaginare il futuro che ci aspetta. Per trarne esempi, spunti, soluzioni. O semplicemente evitare di ripeterne gli errori.
Le notti di Mosca
Alle volte anche i giornalisti sono bravi scrittori. È il caso del corrispondente di Repubblica da Londra, Enrico Franceschini. Autunno 1999. Sul finire del secolo e del millennio, Selina Masdaev perde il marito e i figli in Cecenia, trucidati dai soldati della Russia post-comunista in una guerra che da anni insanguina le montagne del Caucaso. Negli stessi giorni, in Inghilterra, Jack McLean perde il figlio, vittima collaterale di un attentato contro un avvocato che sa troppe cose sulla corruzione dei nuovi ricchi russi.
Lei reagisce arruolandosi nelle «vedove nere», formazione di ribelli cecene pronte a immolarsi per l’indipendenza della propria terra. Lui si dimette dalle Sas, leggendarie truppe di élite dell’esercito britannico, determinato a scoprire il mandante dell’attacco in cui è morto il suo bambino. Con l’aiuto di Marco Bassani, un giornalista arrivato in Cecenia per un reportage e rimastoci per sfuggire alle accuse emerse sul suo conto in Italia, il destino porta questi due angeli vendicatori ad allearsi in una sfida contro i poteri occulti che da Mosca stendono una ragnatela di affari in tutta Europa.
Il petrolio è il filo sottile che da Grozny, «La Terribile», com’è chiamata la capitale cecena, conduce fino alle cupole del Cremlino, passando per gli uffici sul Tamigi degli 007 di Sua Maestà, per gli studi legali della City e gli chalet di Courchevel, lussuosa località sciistica delle Alpi francesi, prediletta dagli oligarchi russi. Una feroce volontà di avere giustizia accomuna la vedova ribelle e l’ex commando. Ma da un cieco desiderio di vendetta può nascere l’amore. E una «questione privata» può cambiare il corso della storia. Un thriller sugli intrighi, sui misteri e sulle occasioni perdute della nuova Russia.
Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia
Secondo fuori sacco per la nostra lista dei migliori libri di Macity, questa volta con Aldo Cazzullo nell’insolita veste del biblista. I nostri padri erano convinti di vivere sotto l’occhio di Dio: la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più.
Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L’autobiografia di Dio.
Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all’attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende storiche e i capolavori dell’arte.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.












