Come l’FBI per il caso di San Bernardino, i Carabinieri di Napoli sono riusciti a sbloccare l’iPhone di Tiziana Cantone senza l’aiuto di Apple e senza inviare il terminale Oltreoceano. Rispetto all’ente investigativo USA i militari italiani sono riusciti nell’impresa senza ricorrere alla consulenza di una società esterna, come invece è avvenuto in USA: a suo tempo, secondo alcune fonti, lo sblocco materiale dell’iPhone di San Bernardino sarebbe stato effettuato dall’israeliana Cellbrite.

Nel momento in cui scriviamo non è nota la versione di iOS installata sul dispositivo, ma l’iPhone 5 di Tiziana è praticamente identico dal punto di vista hardware e della sicurezza all’iPhone 5c di San Bernardino. Lo sblocco risulta molto più problematico per iPhone più recenti dotati di sensore impronte Touch IT e chip Secure Enclave, una zona blindata e inaccessibile della memoria del processore che conserva password e impronte digitali, oltre alla crittografia completa a livello di sistema operativo introdotta con le versioni più recenti di iOS.
Anche se per il momento non emergono dettagli precisi sui contenuti recuperati, i messaggi scritti e anche quelli vocali di Tiziana sembrano contenere informazioni importanti per le indagini. Tra i file nelle mani dei militari le telefonate effettuate dalla ragazza prima di morire, alcuni messaggi con l’ex fidanzato Sergio di Palo e anche con un altro ex fidanzato precedente all’ultima relazione, infine un ultimo messaggio di Tiziana che lascerebbe presagire l’intenzione di suicidarsi, inviato poco prima di spegnere lo smartphone e di togliersi la vita.












