News a pagamento, CNN lancia iReport

Sarà  il mercato prima e la storia poi a decidere se le mosse che in queste tempestose settimane autunnali vengono prese dai grandi gruppi editoriali sono quelle giuste oppure se ci si avvia verso la catastrofe. Una cosa è certa: i grandi gruppi sono alla ricerca di nuove fonti di introiti e la pubblicità  non basta più. Da qui l’idea, capitanata da Rupert Murdoch con il suo gruppo News.com-Sky, che possiede anche il Wall Street Journal, di tornare al modello delle notizie a pagamento anche in Rete.

Le conseguenze sono notevoli. Adesso è la volta di CNN, che lancia un nuovo applicativo a pagamento per consentire di vedere informazioni nel dettaglio. SI tratta di iReport, che permette di girare tra immagini, articoli, video, reportage e contenuti prima “invisibili” sul web o sulle applicazioni per portatili. Ricordiamo che l’applicativo di CNN con le funzionalità  iReport è disponibile sull’App Store statunitense al prezzo di 1,99 dollari, mentre in Italia non è al momento disponibile.

Il sistema funzionerà  su iPhone 3GS anche in maniera inversa, consentendo agli utenti di registrare video e inviarlo direttamente alla redazione, mentre iPhone OS 3.1 consentirà  di avere notifiche push, personalizzazioni, strumenti di localizzazione e news video con interruzione della programmazione consueta anche sugli apparecchi di Apple.

In questo momento, ha dichiarato il responsabile del settore mobile di CNN, Louis Gump, il settore Wap è meno avanzato di quel che si potrà  trovare tra pochi giorni sull’applicativo a pagamento per iPhone. La frontiera adesso è quella, ha ribadito l’executive, entrando in una polemica che sta infuocando il mondo e anche l’Italia. àˆ recente infatti la dichiarazione del presidente del gruppo editoriale l’Espresso-Repubblica, Carlo De Benedetti, che sia necessario istituire una tassa per i provider di qualche euro da girare ai giornali, in profonda difficoltà  economica ma generatori di almeno il 30% del traffico internet (secondo lui).

La soluzione, sostiene De Benedetti, è allo studio del parlamento tedesco e presto potrebbe diventare l’unico modello alternativo a quello a pagamento da parte dell’utente, anche se le compagnie telefoniche poi farebbero ricadere sugli utenti finali il costo della tassa per PC servito di connessione. Il modello su iPhone, se è indicativo di una tendenza generale, oggi è molto diverso per Repubblica e per il Corriere, cioè i due principali giornali italiani. Il primo offre una applicazione gratuita mentre il secondo la offre a pagamento.