A differenza di Steve Jobs, Jeff Bezos, Elon Musk e Mark Zuckerberg, l’amministratore delegato di Apple non è fondatore della società, per questa ragione il raggiungimento dello status di miliardario nel suo caso è considerato insolito. Anche se periodicamente (come nel 2011, nel 2012, nel 2019 e non solo) il suo nome è rientrato nella classifica dei dirigenti USA più pagati in assoluto, al secondo posto dietro solo a Musk, la stragrande maggioranza del suo patrimonio e della sua ricchezza derivano dai premi in azioni Apple ottenuti da quando è entrato in Apple nel 1998 e successivamente quando ha assunto il ruolo di CEO di Cupertino il 24 agosto del 2011, sostituendo Steve Jobs.
Che Tim Cook sia diventato ufficialmente miliardario è stabilito da Bloomberg con una stima basata sui documenti normativi obbligatori presso la SEC, in sostanza le registrazioni fiscali obbligatorie presso il corrispettivo della nostrana Consob in USA. A questo si aggiungono le prestazioni sul mercato azionario delle vendite di azioni. Attualmente Cook possiede 847.969 azioni Apple valutate circa 375 milioni di dollari, a cui si aggiungono i dividenti e le precedenti vendite di azioni, per un totale di altri 650 milioni di dollari.
Quando è stato nominato CEO di Apple Tim Cook ha ricevuto un enorme pacchetto azionario, vincolato in pagamenti annuali: sono previsti premi aggiuntivi nel caso in cui le azioni AAPL superino l’andamento di almeno due terzi delle società nella classifica Standard & Poor 500. Se entro fine mese non si verifica un improvviso calo della quotazione in borsa, Cook riceverà il suo nono pagamento del premio, composto da 560mila azioni Apple, per ulteriori 100 milioni di dollari. Occorre però anche tenere presente che Tim Cook effettua consistenti donazioni di beneficienza. Nel 2015 il dirigente ha dichiarato che devolverà in beneficenza praticamente tutto il suo patrimonio con «Un approccio sistematico». Così anche se ora Tim Cook è ufficialmente miliardario, è possibile che il suo patrimonio complessivo risulti inferiore alle stime fin qui riportate nel caso avesse effettuato donazioni non dichiarate. Una possibilità più che concreta tenendo presente la vocazione filantropica dell’uomo.
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