Pubblicato il 19 maggio, il nuovo Regolamento Agcom per i servizi di comunicazione elettronica è un passo importante per ridurre il telemaketing selvaggio indesiderato, oltre che contro truffe e frodi telefoniche, a partire dallo spoofing.
Al centro del nuovo Regolamento c’è lo spoofing del numero chiamante (CLI), una tecnica ormai diffusissima con cui i truffatori fanno apparire il proprio numero come se fosse quello di una banca, un ente pubblico o perfino della Polizia.
Secondo la Polizia Postale, nel 2023 sono stati segnalati 553 casi di vishing (voice phishing) con furti d’identità, e solo nei primi otto mesi del 2024 sono stati 432 i casi documentati. Il danno economico stimato dalle frodi riconducibili a queste pratiche è di circa 140 milioni di euro in un anno.
Blocco automatico delle chiamate in due fasi
Il Regolamento introduce un obbligo preciso per gli operatori: bloccare le chiamate internazionali che utilizzano in modo illecito numeri italiani, a meno che il chiamante non risulti realmente in roaming. Il blocco sarà applicato in due fasi:
- entro tre mesi per le chiamate con numeri fissi italiani,
- entro sei mesi per quelle con numeri mobili.
In pratica se una chiamata arriva da una piattaforma estera e si presenta come se fosse “di Novara”, “di Milano” o “da un numero 3”, ma in realtà non lo è, verrà intercettata prima ancora di raggiungere il telefono del destinatario.
Rete e operatori riconosceranno i numeri sospetti
Ma non si tratta solo di filtrare le chiamate sospette: Agcom chiede agli operatori anche di dotarsi di strumenti intelligenti in grado di riconoscere comportamenti anomali, come centinaia o migliaia di chiamate in pochi minuti da un solo numero.

Il testo raccomanda anche l’utilizzo di sistemi di verifica dell’identità del chiamante, algoritmi di analisi comportamentale e l’anonimizzazione dei CLI falsificati quando non è possibile bloccarli del tutto. Le tecnologie utilizzate includono:
- Verifica in tempo reale dello stato del numero (es. roaming, attivo, geografico).
- Algoritmi di machine learning per riconoscere traffico anomalo o tentativi di frode massiva.
- Sistemi che analizzano la struttura del numero, il comportamento del chiamante e persino la coerenza geografica tra prefisso e rete di provenienza.
È inoltre prevista l’attivazione di API sicure tra operatori per condividere informazioni sullo stato dei numeri in fase di chiamata.
Contro lo spoofing l’Italia abbraccia gli standard europei
La lotta contro lo spoofing non è una iniziativa isolata, ma fa parte di una strategia europea più ampia. Il nuovo Regolamento italiano recepisce le raccomandazioni CEPT ECC/REC/(19)03 ed ECC/REC/(23)03, adottate da diversi Paesi come Belgio, Germania e Irlanda.
L’obiettivo è quello di costruire una rete più affidabile, in cui l’identità del chiamante sia verificata e certificabile. Infatti l’Agcom si allinea alle pratiche europee previste dalle raccomandazioni CEPT, tra cui:
- registri di numeri “protetti” (non assegnati o non autorizzati all’uscita);
- blocco automatico delle chiamate internazionali con numeri italiani non validi;
- implementazione futura di protocolli STIR/SHAKEN, per autenticare il numero del chiamante nelle reti VoIP.

Non è la fine delle chiamate anonime
Sebbene la delibera non vieti le chiamate anonime in assoluto, ne limita drasticamente l’uso improprio: i numeri privati non potranno più essere utilizzati da call center o sistemi automatizzati, se non per finalità tecniche giustificate e temporanee.
Gli operatori potranno intervenire bloccando automaticamente i flussi anonimi sospetti. Inoltre, in caso di abuso, l’utente potrà segnalare direttamente il numero e chiedere il blocco permanente su rete nazionale.
Una rivoluzione a lungo attesa
Con queste novità Agcom punta a ridurre drasticamente le chiamate moleste, tutelando gli utenti e alzando il livello di fiducia nei sistemi di comunicazione digitale. La vera notizia è che finalmente le telefonate truffaldine e anonime inizieranno a sparire, e non sarà merito di una nuova app, ma del regolatore.
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