Solleva ancora clamore il caso del ragazzo hacker australiano che, all’epoca ancora minorenne, è riuscito ad accedere illegalmente ai server Apple, sottraendo ingenti quantità di dati sensibili degli utenti di Cupertino. Apple si è affrettata a comunicare che «Nessun dato degli utenti è stato compromesso», ma la notizia che un ragazzino fosse riuscito a penetrare i server Apple sottraendo 90GB di dati ha fatto il giro del mondo.
Ora scatta la condanna per il ragazzo hacker e con la sentenza emergono ulteriori dettagli. Innanzitutto è stato appurato che i dati trafugati non erano 90GB bensì 1TB. Una mole di informazioni che gli investigatori ritengono sensibili sia per la privacy che dal punto di vista commerciale.

L’avvocato difensore ha sempre dichiarato che il ragazzo hacker è penetrato nei server Apple perché affascinato dalla multinazionale di Cupertino. Nelle dichiarazioni rilasciate dall’adolescente, ora maggiorenne riportate da Bloomberg, emerge la stessa posizione: ottenere l’accesso illegale ai server Apple e ai dati era visto come un gioco, per simulare di essere due dipendenti Apple.












