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Dopo l’Europa, anche il Giappone sta addosso ad Apple

Apple è di nuovo sotto assedio, e questa volta dal Giappone. Dopo l’Europa, anche Tokyo si prepara a cambiare le regole del gioco per l’App Store e per l’intero ecosistema iOS e Android. La Fair Trade Commission (FTC), l’agenzia giapponese che tutela i consumatori e vigila sulla concorrenza — simile alla nostra Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato — sta finalizzando una legge che potrebbe obbligare Apple e Google ad aprire i loro sistemi ad alternative concrete: nuovi store, pagamenti in app esterni e più libertà per gli sviluppatori.

Il riferimento è chiaro: il Giappone vuole seguire l’esempio dell’Unione Europea e del suo Digital Markets Act (DMA), che ha già imposto cambiamenti radicali a iOS, Safari e App Store.

La FTC giapponese ha pubblicato la bozza di una “legislazione subordinata” — un pacchetto di regole attuative che entrerà in vigore il 18 dicembre 2025. A esserne coinvolti saranno direttamente Apple e Google, che dovranno adeguarsi al nuovo quadro normativo.

Il testo si chiama Mobile Software Competition Act e contiene sei punti chiave pensati per favorire la concorrenza e la libertà di scelta per gli utenti:

  • Installazione di app da store alternativi su iPhone e dispositivi Android
  • Accesso a sistemi di pagamento in app diversi da quelli di Apple e Google
  • Divieto di favorire le app o i servizi proprietari
  • Possibilità di scegliere le app predefinite per navigazione, email, musica, ecc.
  • Libertà di passaggio tra piattaforme e servizi
  • Accesso garantito alle funzionalità di sistema anche per app di terze parti

La norma giapponese, come si legge si AppleInsider, arriva in un momento in cui Apple è già sotto osservazione in tutto il mondo per il controllo esercitato sul suo ecosistema mobile, in particolare sull’App Store. Le commissioni sui pagamenti, le restrizioni agli sviluppatori e l’impossibilità di usare store alternativi sono al centro di una contestazione globale.

Bozza automatica

Non si tratta infatti di un caso isolato: oltre all’Unione Europea e al Giappone, anche la Corea del Sud e il Brasile stanno portando avanti indagini e interventi normativi simili. L’obiettivo condiviso è uno: aprire l’ecosistema Apple agli store alternativi e tutelare la concorrenza.

Cupertino, dal canto suo, continua a difendere il proprio sistema, sostenendo che sia più sicuro e coerente per l’esperienza dell’utente. Ma il vento sta cambiando, e questa volta Apple non può più affrontare un fronte alla volta. Il conflitto è ormai su scala globale.

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