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Apple non sta licenziando ma sta stringendo la cinghia

Apple sta stringendo i denti e facendo di tutto per evitare i licenziamenti di massa che si sono visti negli ultimi mesi in tante altre aziende del settore (Meta, Amazon, Microsoft, Google e altre ancora).

A riferirlo è Mark Gurman di Bloomberg spiegando che la scelta di Apple è dettata da una questione di immagine ma soprattutto dalla volontà di non danneggiare il morale dei dipendenti.

Nonostante le difficoltà non manchino, Apple sembra posizionata meglio rispetto ad altri big per superare questa fase di stallo.

Ciò premesso, non sono mancate a Cupertino scelte per cercare di contenere i costi e conformare le attività in modo più efficiente, un percorso iniziato la scorsa estate, prima ancora che altre aziende iniziassero a stringere la cinghia.

Tra le mosse di Cupertino, il rallentamento nell’elargizione di bonus, la pausa o il rinvio di progetti meno importanti, l’imbrigliamento di budget destinati a diversi gruppi con spese che ora richiedono l’approvazione di top manager, la sospensione di nuove assunzioni in diversi team, limitazioni nei viaggi, e così via.

Per il momento l’ottimizzazione delle spese aziendali sembra funzionare (anche nel trimestre del periodo natalizio i costi operativi sono stati inferiori a quelli previsti nella “guidance”) e Tim Cook stesso ha dichiarato di pensare ai licenziamenti solo come “ultima spiaggia”.

L’Apple Park include una caffetteria aperta al pubblico in grado di servire 14.000 pasti al giorno. Apple ha anche un pescherecchio di proprietà.

L’ondata di licenziamenti che ha colpito i giganti della Silicon Valley ha lasciato sotto choc decine di migliaia di ingegneri, tecnici e computer scientist, che non avevano finora preso in considerazione l’eventualità di perdere il lavoro (cullati da stipendi alti, bonus, stock option, pasti e servizi gratuiti) e che ora si sono resi conto della fragilità di questo ambiente. Apple è una anomalia in una Silicon Valley spietata, con aziende che – a causa dei venti di recessione – non hanno avuto pietà, licenziando in massa dipendenti, anche con un semplice messaggio di posta elettronica; c’è anche da dire che questo periodo di transizione servirà a far riflettere e scendere dal piedistallo i tanti ex dipendenti di varie aziende del settore che si sentivano invulnerabili, invincibili, viziati da realtà che finora facevano a gara per coccolarli e che portavano giovanissimi ingegneri ventenni a chiedere aumenti e posizioni di responsabilità anche pochi mesi dopo il lavoro arrivo, minacciando altrimenti di andarsene: una gara assurda a chi offriva sempre di più che aveva indotto molti lavoratori neanche a prendere in considerazione la possibilità di perdere il lavoro.

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