Da uno studio commissionato dall’Università della Pennsylvania emergono una serie di problemi nei preadolescenti che usano gli smartphone già a 12 anni, con probabilità significativamente elevate di depressione, obesità e mancanza di sonno rispetto a coetanei senza telefono.
“Nei ragazzi che a 12 anni usano uno smartphone, abbiamo individuato che il 31% ha maggiori probabilità di soffrire di depressione, il 40% di probabilità di soffrire di problemi di obesità e il 62% di mancanza di sonno rispetto ai loro coetanei senza telefoni”, riporta lo studio.
I ricercatori hanno analizzato dati dell’Istituto Nazionale per la Salute incrociata con uno studio condotto dal 2016 al 2022 sullo sviluppo cognitivo del cervello degli adolescenti, esaminando le risposte di 10.588 ragazzi. Dallo studio emerge che negli USA i preadolescenti proprietari di smartphone sono soprattutto donne, di origine afro-americana o ispanica e ragazzi che vivono in famiglie a basso reddito.
Conferme anche da altri studi
Non è la prima volta che da studi del genere emerge che l’età giusta per lo smartphone non dovrebbe essere mai prima dei 13 anni; a luglio di quest’anno una conclusione simile è arrivata dal uno studio internazionale condotto su oltre 100.000 giovani, coordinata da Sapien Labs tramite il Global Mind Project, analizzando ragazzi e ragazze tra i 18 e i 24 anni, mettendo in relazione l’età del primo smartphone con diversi indicatori di salute mentale.
Tra chi ha avuto il primo dispositivo a 12 anni o meno sono stati segnalati più spesso problematiche quali pensieri suicidi, comportamenti aggressivi, sensazione di distacco dalla realtà, difficoltà a regolare le emozioni e bassa autostima. Il punteggio “mind health” diminuisce progressivamente quanto più precoce è l’età del primo telefono: da un valore di 30 per chi ha iniziato all’età di 13 anni si passa a 1 per chi lo possiede da quando aveva cinque anni.
La percentuale di adolescenti in difficoltà, individuati da cinque o più sintomi severi, è del 9,5% tra le donne e del 7% tra gli uomini. Tra le principali cause di vari problemi, l’accesso ai social media, con comportamenti che portano un’immagine di sé più fragile, riduzione dell’autostima, minore stabilità emotiva ed empatia limitata.
È di pochi giorno addietro la notizia che il Parlamento europeo vorrebbe vietare i social network ai minori di 16 anni nell’UE, alla stregua di quanto avviene già in Australia, paese che impone questo limite da 2024.

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