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Il mouse che voleva essere un iPhone

Un mouse “cugino” di iPhone. Ecco l’idea che pare frullare nella testa degli ingegneri di Apple che nella primavera del 2006 (ma la notizia si è avuta solo ieri) hanno brevettato una tecnologia multi-touch applicabile ad un dispositivo di input.

Il sistema, stretto parente anche sotto il profilo della filosofia d’utilizzo degli schermi sensibili al tatto presenti in iPhone, darebbe la possibilità  di costruire mouse che sono in realtà  una sorta di trackpad (niente tasti e niente rotelle) e capaci di interpretare, proprio come lo schermo del telefono, la gestualità  dell’utente. In termini pratici si potrebbero usare due dita per allargare o spostare una immagine senza necessariamente muovere il mouse. Si possono immaginare anche combinazioni di azioni che uniscono movimento “fisico” del mouse e posizione delle dita. Il mouse sarebbe capace anche di riconoscere la mano attraverso la lettura della punta delle dita e cambiare profilo a seconda dell’utente. Teoricamente potrebbe anche essere possibile costruire un mouse completamente “customizzato” collocando tasti virtuali e rotelle a seconda dell’impugnatura e delle preferenze dell’utente.

La funzione è possibile grazie a dei sensori posti sotto la superficie del rivestimento esterno che individuano la posizione delle dita e tracciano il loro movimento trasmettendolo ad un software che elabora i dati, ricostruendo i tracciati percorsi dalle stesse dita su una griglia.

Chi segue le cose di casa Apple (e conosce la filosofia americana dei brevetti) sa bene che non tutto quanto viene registrato come “patent” diventa un prodotto reale.

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