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I test di Huawei P20 sono truccati secondo 3DMark

Troppo tardi per ritirare il premio EISA per “Il miglior smartphone dell’anno”, conferito a Huawei durante la fiera di Berlino per il nuovo Huawei P20. Diciamo «Troppo tardi» perché secondo quanto recentemente denunciato da AnandTech, il nuovo smartphone sarebbe stato programmato dal produttore per massimizzare le prestazioni durante l’esecuzione di 3DMark.

La scoperta è stata confermata dagli sviluppatori della popolare applicazione di benchmarking, che avrebbero eseguito sul terminale una versione interna del software, notando risultati ben peggiori di quelli ottenuti eseguendo la versione pubblica dell’app. In realtà Huawei avrebbe messo il turbo anche a P20 Pro, Nova 3 e Honor Play, pertanto gli sviluppatori di 3DMark hanno deciso di rimuovere immediatamente i telefoni dalle classifiche di riferimento per i propri test.

Per Huawei però non ci sarebbe nessun inganno volontario. Secondo quanto dichiarato da un portavoce della società ad Android Authority, i nuovi telefoni sono dotati di Intelligenza Artificiale che, tra le altre cose, agisce sulla regolazione delle prestazioni dei dispositivi in base all’app in esecuzione.

Huawei P20, i benchmark sono stati truccati

Vista così nulla di sbagliato, la tecnologia va avanti ed è giusto che si sfruttino tutte le migliori tecniche a disposizione per garantire la migliore esperienza d’uso agli utenti ma secondo 3DMark non è così che funziona.

Gli sviluppatori sostengono infatti che è giusto far sì che i telefoni regolino le proprie prestazioni quando sono sottoposti a carichi elevati, ma non devono essere codificati per massimizzare il funzionamento solo perché è in esecuzione un’app di benchmark. Ed è ovvio che sia così, altrimenti questi test perderebbero completamente il senso di esistere.

Ma prima di puntare il dito è bene ricordare che Huawei non è la sola a ritoccare i test: nel 2013 Samsung fu pizzicata a fare lo stesso così come nel tempo anche OnePlus e tanti altri produttori di smartphone. Certo è che per Huawei il tempismo è stato perfetto: alcune settimane fa si è scoperto che una delle fotografie che l’azienda pubblicizzava come “scattata con il nuovo Nova 3i”in realtà era stata acquisita con una fotocamera DSLR.

La storia insomma si ripete ma ci insegna anche una cosa: i test benchmark sono utili per capire come si comportano i telefoni sotto stress, ma sono lungi dall’essere il punto di riferimento per comprenderne a pieno l’effettiva esperienza d’uso. Per quella, un test sul campo è la prova migliore.

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