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Per il produttore di tracker Tile, Apple schiaccia sempre di più la concorrenza

Il comportamento anti competitivo di Apple è peggiorato invece che migliorare: ad affermarlo è Tile, azienda che produce dispositivi trova-oggetti e che da qualche tempo sta puntando il dito contro la Casa di Cupertino, affermando che iOS 13 e le funzionalità di localizzazione dei suoi dispositivi danneggiano la sua attività, e che la funzione “Dov’è” di iPhone ricorda troppo il servizio offerto dai loro gadget.

La dichiarazione di Tile è stata fatta mercoledì 1° aprile ad una commissione del Congresso, riferendo che Apple non ha mantenuto le promesse che avrebbero dovuto portare alla fine delle dispute e ha predisposto requisiti che avrebbero danneggiato l’attività di Tile.

L’azienda che produce smart-tracker – riferisce Reuters – è una delle quattro aziende chiamate a testimoniare da un comitato giudiziario della Camera dei Rappresentanti in un’indagine antitrust che riguarda big del mondo IT quali Amazon, Apple, Google e Facebook.

A gennaio di quest’anno Kirsten Daru, consulente legale di Tile, aveva riferito che la piccola aveva un beneficio reciproco nelle relazioni con Apple, rapporti che sarebbero deteriorati lo scorso anno, in presenza di segnali che lasciavano immaginare l’arrivo di prodotti simili a quelli da loro commercializzati.

“Purtroppo, dall’udienza di allora i comportamenti anti-concorrenziali di Apple sono peggiorati, non migliorati”, ha riferito in una dichiarazione al comitato giudiziario.

Tile contesta ad Apple la necessità per l’utente di dover ripetutamente confermare la possibilità per Tile di operare in background; senza poter accedere in background alla localizzazione, l’app di Tile è in grado solo di capire se l’utente perde le chiavi o il portafoglio a patto che l’app fosse aperta in quel momento.

Tile punta il dito contro Apple sulla tracciabilità della posizione
Alcune app chiedono di usare la posizione solo quando sono in uso; altre app chiedono di accedere alla posizione anche quando non sono in uso. Consentendo a un’app di usare sempre la propria posizione, iOS ricorderà quali app possono farlo dopo che un’app ha utilizzato la tunostraa posizione in background.

«Nonostante molteplici promesse di Apple di ripristinare l’opzione “Consenti sempre” per i servizi di geolocalizzazione delle app di terze parti, Apple non lo ha ancora fatto», ha riferito Tile. La piccola azienda riferisce ancora che indicazioni lasciano immaginare che Apple prevede di aggiornare “Dov’è” con funzionalità hardware in competizione con l’offerta di Tile.

Apple non ha rilasciato commenti evidenziando la risposta già fornita al comitato a gennaio: iOS 13 è stato concepito per rafforzare le politiche in materia di privacy e ricorda agli utenti che le app di terze parti possono potenzialmente sfruttare i dati della loro localizzazione.

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