Per ora ad Nvidia i dazi di Trump e tutto quanto ne consegue hanno fatto, come si dice, un baffo. L’hanno dimostrato questa notte gli attesi risultati fiscali dell’azienda americana che ha sorpreso il mercato con dati superiori. Il trimestre chiuso il 27 aprile ha visto ricavi per 44,1 miliardi di dollari, con una crescita del 69% anno su anno, e un utile per azione di 96 centesimi, ben oltre i 93 centesimi attesi dagli analisti.
Sorprende anche di più la previsione per il prossimo trimestre: Nvidia si aspetta ricavi per 45 miliardi di dollari, nonostante un buco stimato di 8 miliardi a causa delle restrizioni commerciali USA verso la Cina.
Le ragioni di un boom
Nvidia continua a crescere a ritmi impressionanti. Negli Stati Uniti, le big tech — Microsoft, Amazon, Google, Meta — stanno investendo miliardi per potenziare le infrastrutture AI.
Ci sono poi nuove aperture politiche in Medio Oriente che stanno permettendo accordi multimiliardari per la fornitura di processori avanzati. Non è un caso che il CEO di Nvidia Jensen Huang fosse uno degli amministratori della Silicon Valley al seguito di Trump nel suo viaggio nella penisola araba.
Ma anche in Europa, Nvidia si sta muovendo a livello diplomatico, con il CEO Jensen Huang in prima linea per stringere legami con i leader locali.

Il risultato è un mercato globale dove la domanda di chip AI Nvidia supera l’offerta, e le prospettive sono ancora più spettacolari: solo la nuova linea di chip Blackwell potrebbe generare quasi 100 miliardi di dollari di vendite nel 2025 e 119 miliardi nel 2026, secondo le stime di Visible Alpha.
Jensen Huang ha avvertito chiaramente che limitare l’accesso di Nvidia al mercato cinese potrebbe avere effetti a lungo termine sull’industria, rafforzando indirettamente i concorrenti locali. La Cina rappresenta uno dei mercati più grandi al mondo per i chip avanzati e ospita metà dei ricercatori mondiali di intelligenza artificiale. Huang ha sottolineato che “la piattaforma che vince in Cina è posizionata per guidare a livello globale” e che proteggere i produttori locali dalla concorrenza americana rischia solo di rafforzarli sul piano internazionale.
Nonostante questo scenario, per ora Nvidia riesce a sfruttare al massimo il boom dell’AI nei mercati dove può operare liberamente.
Titolo in volata e sorpasso storico ad Apple
La reazione del mercato non si è fatta attendere: mentre scriviamo, il titolo Nvidia sta guadagnando oltre il 5% nell’after-hours, raggiungendo quota 140,25 dollari. Questo balzo porta la capitalizzazione di mercato del colosso dei chip a oltre 3,3 trilioni di dollari, superando quella di Apple, ferma a circa 3,28 trilioni.
Anche se resta da vedere che succederà domani, quando riapriranno ufficialmente i mercati, il fatto è storico. Un’azienda che vende poco al consumo ha superato la principale azienda di elettronica al mondo e che fino a poco tempo era anche la prima azienda al mondo in fatto di capitalizzazione.
Nvidia e Apple due facce della stessa medaglia
Nvidia sta crescendo a ritmi vertiginosi perché è il fornitore numero uno di acceleratori AI a livello mondiale. I suoi chip alimentano i data center delle big tech, i modelli di intelligenza artificiale generativa, le simulazioni scientifiche e finanziarie, e perfino i grandi progetti nazionali, come quelli recentemente annunciati in Medio Oriente.
Apple, invece, si trova sul fronte opposto: gigante dell’hardware consumer, ma ancora con una posizione debole nel campo dell’intelligenza artificiale.
L’azienda di Cupertino lancerà entro l’anno le prime funzioni avanzate sotto il nome di “Apple Intelligence” (tra cui la famosa Siri 2.0), ma per ora non ha un ruolo nell’infrastruttura globale né ha prodotti o servizi capaci di intercettare la domanda esplosiva di AI.
Il confronto tra le traiettorie attuali di Nvidia e Apple rappresenta il segnale più chiaro e potente del peso che il mercato oggi assegna all’intelligenza artificiale: un peso centrale, capace di riscrivere le gerarchie del settore tecnologico e di spostare miliardi di dollari verso chi guida questa nuova rivoluzione.












