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AirPods Pro senza traduzione in Europa, Apple conferma è colpa di Bruxelles

Ora lo conferma anche Apple: gli AirPods Pro 3 in Europa non traducono per colpa delle norme imposte dal Digital Markets Act. A dare riscontro a quanto avevamo supposto nei giorni scorsi, ovvero che la funzione fosse stata bloccata non per questioni di privacy ma per l’interoperabilità delle piattaforme dettata dal DMA, è Greg Joswiak.

Il Senior Vice President of Worldwide Marketing di Apple, in una intervista alla BBC nell’ambito del recente lancio di nuovi prodotti e servizi dell’azienda, accusa esplicitamente i “burocrati di Bruxelles” di aver preso di mira l’ecosistema chiuso di Apple, negando agli utenti quelle “magie ed esperienze innovative” che, a suo dire, rendono l’azienda unica.

Una di queste “esperienze magiche” è proprio la traduzione attraverso gli AirPods che, legando auricolari e iPhone, potrebbe essere considerata un modo illecito di intrecciare hardware e software per escludere la concorrenza e favorire reciprocamente la vendita di iPhone e AirPods.

Apple spiega alla BBC che non esiste alcun modo di rilasciare una simile funzione senza vincolare iPhone e AirPods: il sistema funziona unicamente con i microfoni degli AirPods e aprire la tecnologia alla concorrenza significa aggiungere complicazioni ingegneristiche per soddisfare le attese su privacy, sicurezza e integrità dei sistemi.

Secondo Joswiak, le regole europee non ampliano la libertà di scelta ma abbassano la qualità dell’esperienza, ostacolano l’innovazione e arrivano persino a violare la proprietà intellettuale di Apple.

Gli AirPods sono nel mirino dell’UE, rientrando tra i dispositivi che Apple deve “aprire” per soddisfare le regole del DMA.

In sintesi, per sbloccare Live Translation anche in Europa, Apple dovrebbe aprire la funzione a cuffie e auricolari di terze parti, mettere a disposizione API pubbliche e documentate, assicurare la parità di qualità anche fuori dall’ecosistema AirPods e stabilire procedure trasparenti per l’accesso da parte dei produttori esterni. Solo in questo modo la funzione potrebbe davvero arrivare sul mercato europeo, rispettando le regole e garantendo una integrazione reale.

Con Traduzione Live Apple non dimentica gli utenti degli AirPods precedenti - macitynet.it

I problemi non si fermano qui. L’Unione Europea continua a sanzionare l’azienda con multe e minacce, e Apple risponde non offrendo alcune funzioni agli utenti UE. Uno di questi esempi è la già accennata traduzione live per AirPods Pro 3 (e anche AirPods 4 con cancellazione del rumore e AirPods Pro 2), funzione che Apple indica espressamente come non disponibile per gli utenti che rispettano entrambe le condizioni di residenza e utilizzo in ambito UE.

Come abbiamo già spiegato qui, la questione riguarda l’applicazione del Digital Markets Act, il regolamento europeo sui mercati digitali, che prevede precisi requisiti di interoperabilità per iOS e relativi servizi: un insieme di regole dalle quali Apple, per ora, preferisce tenersi alla larga per assicurarsi la piena conformità normativa.

In particolare, Bruxelles ha chiarito che gli accessori di terze parti – come smartwatch, cuffie e TV – dovranno poter accedere a funzioni oggi riservate ai prodotti Apple, tra cui notifiche, pairing rapido, connessioni Wi-Fi peer-to-peer e funzioni NFC.

Sébastien Pant, di BEUC (organizzazione che raccoglie decine di associazioni di consumatori), ritiene che le regole imposte dal DMA siano “un bene per i consumatori”, perché permettono di scegliere liberamente i dispositivi e farli dialogare tra loro, affrontando finalmente il problema dei “giardini recintati” che limita da anni il mercato digitale.

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