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Anobii, il social dei libri, rilancia con nuovo sito e nuove app

Anobii cambia faccia. Il social network dei libri nato a Hong Kong ma da qualche anno italiano, adesso ha un nuovo sito web, che era stato presentato poco meno di un mese fa in versione beta e che adesso diventa ufficialmente la home page della community italiana dei lettori.

Ovolab, l’azienda torinese che a maggio del 2019 ha comprato da Mondadori il social, ha lavorato anche durante il lockdown per aggiornare sia il sito web e le app che il backend di Anobii, cioè i server e l’infrastruttura che fanno da supporto a 2,5 milioni di persone che si collegano per cercare libri, recensirli e votarli, partecipare alle discussioni, organizzare le loro collezioni. Anobii, il social dei libri, rilancia con nuovo sito e nuove app

Nel database di Anobii ci sono anche decine di milioni di libri archiviati in parte da fonti ufficiali ma moltisismi raccolti anche grazie allo sforzo della community e dei librarian, gli utenti che offrono parte del loro tempo per fare da moderatori delle discussioni e verificare che i libri che gli utenti propongono per l’inserimento, perché mancanti magari perché molto vecchi e precedenti all’epoca delle grandi digitalizzazioni, siano importati correttamente. È questo ingrediente segreto, cioè il lavoro degli appassionati, uno dei motivi per cui il catalogo di Anobii rimane unico e speciale anche per la cura dei particolari nel panorama dei grandi archivi automatizzati spesso incompleti o pieni di errori di importazione.

Il lavoro di Ovolab si è però concentrato anche sulla realizzazione delle app (disponibili sia per iOS che per Android) e soprattutto del sito web, che adesso ha una usabilità e funzionalità più moderne e chiare rispetto al passato. Sono stati semplificati molti passaggi e l’interfaccia è stata ridisegnata con una grafica più attuale.

Anobii ha una storia molto particolare che unisce Hong Kong con l’Italia. Infatti, il social dei libri è nato nel 2006 a Hong Kong da un’idea di Greg Sung, un imprenditore locale in ambito tecnologico che voleva trovare altre persone che stessero leggendo gli stessi libri che leggeva lui o che avessero gusti simili e potessero suggerirgliene di nuovi. Oggi sembra scontato, ma nel 2006 Facebook aveva due anni e si poteva usare solo nei college americani, Twitter ancora non era nato (è stato lanciato nel 2007) e Instagram era ancora decisamente di là da venire (è nato nel 2010). Insomma, creare Anobii era una idea molto particolare.Anobii, il social dei libri, rilancia con nuovo sito e nuove app

Dopo alcuni passaggi di proprietà (nel 2010 a un consorzio di editori britannici, nel 2012 alla catena di supermercati Sainsbury’s, nel 2014 al Gruppo Mondadori) dal 29 maggio 2019 Anobii è diventata di proprietà di Ovolab, società torinese di sviluppo software nata nel 2002 e focalizzata sul mobile design. Da qui è iniziata la seconda primavera di Anobii, con un lavoro di ristrutturazione e normalizzazione della parte tecnologica, che negli anni era diventata una specie di puzzle fatto da componenti realizzate in momenti diversi e spesso male o poco armonizzate fra loro.

Oggi la community italiana dei lettori è diventata la più importante e la quantità di libri nella nostra lingua costituisce uno dei contributi maggiori all’enorme database di Anobii. Tant’è vero che già da qualche giorno è possibile comprare libri direttamente da Anobii non solo attraverso i soliti canali di e-commerce (come Amazon e i negozi online di Mondadori, Feltrinelli) ma anche con Bookdealer, la piattaforma tutta italiana che consente di prendere i libri direttamente dalle librerie locali e farseli spedire o andarli a ritirare di persona. Nei prossimi mesi Anobii si arricchirà di nuove funzionalità proseguendo sulla strada dell’ammodernamento del sito e delle app.

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